IL COMPLEANNO

Auguri a Mark Cavendish, eroe dei due mondi... del ciclismo

Il talento dell'Isola di Man compie oggi 35 anni: in carriera è riuscito a primeggiare sia nelle corse in linea sia in quelle su pista, conquistando un numero incredibile di successi

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Fare una selezione dei successi più importanti di Mark Cavendish sembra quasi un torto nei confronti di uno dei velocisti più forti della storia: attivo sia nelle corse in linea sia in quelle su pista, il ‘Manx Missile’ ha ottenuto successi praticamente ovunque, con il solo rimpianto olimpico (ne sa qualcosa l’azzurro Elia Viviani). Per festeggiare il suo trentacinquesimo compleanno, che cade proprio oggi, ripercorriamo i momenti salienti della carriera entusiasmante di un ciclista che ha anche avuto modo di affezionarsi all’Italia.

Nato il 21 maggio 1985 nell’Isola di Man, Cavendish si innamora della bicicletta sin da bambino e inizia a correre sulle mountain bike a 13 anni. Il talento è evidente, le vittorie arrivano una dopo l’altra. Decide così di lasciare la scuola a sedici anni e di lavorare per autofinanziarsi la carriera da ciclista, con l’obiettivo di diventare professionista. A 18 anni entra nell’Accademia olimpica della federciclismo britannica, su spinta del commissario tecnico Rod Ellingworth, e ci mette poco a convincere nonostante le iniziali titubanze per un fisico ritenuto minuto. La scelta si rivela giusta: nel 2005 Mark, assieme a Rob Hayles, vince l’Americana ai Mondiali su pista e il suo nome arriva a diverse squadre alla ricerca di un velocista per le corse su strada. A ingaggiarlo è il Team Sparkasse, squadra satellite della T-Mobile, ma nel frattempo è ancora la pista a regalargli soddisfazioni: nel 2006, infatti, vince lo Scratch ai Giochi del Commonwealth e regala così la prima medaglia d’oro in vent’anni all’Isola di Man. I tempi per calcare le strade delle grandi corse professionistiche sono maturi e il 2007 è l’anno perfetto: il mondo del ciclismo vuole superare la vergogna dell’Operacion Puerto e ha bisogno di nomi nuovi, puliti, vincenti. Cavendish fa il suo esordio con la divisa della T-Mobile e ottiene le sue prime vittorie, tra le quali due tappe alla Quattro giorni di Dunkerque e altrettante al Giro di Catalogna. È nel 2008, però, che avviene la vera e propria esplosione: il britannico conquista il secondo titolo iridato nell’Americana (stavolta in coppia con Bradley Wiggins) e, su strada, partecipa con la divisa della Htc High Road al Giro d’Italia e al Tour de France, vincendo due tappe sul suolo italiano e ben quattro su quello francese, facendosi notare per uno stile 'ruvido' e la capacità di vincere senza il canonico 'treno' di gregari.

La carriera è in fortissima ascesa, Cavendish quando è in vena non ha rivali: nel 2009 conquista in fila l’ultima tappa della Tirreno-Adriatico e la centesima edizione della Milano-Sanremo, al Giro indossa la maglia rosa (prima volta per un britannico) vincendo la cronosquadre con la sua squadra, al Tour fa letteralmente sfracelli e porta a casa ben sei tappe, compreso l’epilogo a Parigi. Proprio durante l’anno decide di prendere casa nel pistoiese a Quarrata, dimostrando il suo amore per l’Italia. In Toscana si allenava già dai tempi dell'Accademia olimpica, la sua è una scelta un po' sportiva e un po' di cuore. L’anno successivo, però, decide di saltare il Giro e di puntare tutto sul Tour, con l’obiettivo di conquistare la maglia verde sfuggita per soli 10 punti l'anno prima: ci riesce con cinque tappe vinte, ripetendosi sui Campi Elisi. Pochi mesi dopo partecipa anche alla Vuelta, conquistando tre tappe. La stagione 2011 è quella della definitiva consacrazione: dopo due tappe vinte al Giro (e qualche polemica con uno dei suoi rivali, Alessandro Petacchi), Cavendish si conferma mattatore delle volate in Francia, vincendo altre cinque tappe e conquistando ancora una volta la frazione finale di Parigi. Il nuovo obiettivo è il Mondiale a Copenaghen: il percorso, completamente pianeggiante, è perfetto per il missile dell’Isola di Man che non tradisce le attese. In volata Matthew Goss e André Greipel non hanno speranza, Mark è campione del mondo. La parabola è in costante ascesa e l’obiettivo del 2012 è più che chiaro: l’Olimpiade in casa. Alla gara di Londra Cavendish si presenta dopo i soliti ottimi risultati a Giro e Tour (tre tappe in ciascuna delle due corse) ottenuti con la nuova maglia del Team Sky ed è il netto favorito per l’oro olimpico. La gara, però, prende una piega inattesa e promuove una fuga: a vincere è il kazako Alexandre Vinokourov, Cavendish termina ventinovesimo.

Dopo una sola stagione nel Team Sky, Cavendish passa alla Omega Pharma-Quickstep ma i risultati non cambiano: al Giro, anzi, fissa un nuovo record personale di cinque tappe portate a casa, al Tour ‘si ferma’ a due. In questa stagione vince anche il campionato britannico in linea.

La stagione 2014 segna l’inizio di un momento non fortunato. Tra gli obiettivi, stavolta, non c’è il Giro d’Italia: il Tour de France propone una prima tappa per velocisti, l’occasione di vestire la maglia gialla anche solo per un giorno è alla portata di mano. Il britannico, però, cade proprio durante la volata e si fa male alla clavicola. La stagione ad alto livello, praticamente, finisce qui. Cavendish tornerà a vincere al Tour nel 2015, nella tappa di Fougeres: è il suo unico successo di quell’anno alla Grande Boucle, mentre nel 2016 (con la maglia del Team Dimension Data) conquisterà tre tappe, arrivando a trenta successi complessivi nella corsa francese. Quell’anno, però, il suo amore mai sopito per la pista lo porta a vincere il terzo mondiale nell’Americana (ancora in coppia con Wiggins) e a tentare il colpaccio alle Olimpiadi di Rio. Partecipa all’Omnium ed è solido in tutte le sei prove, ma Elia Viviani conquista 13 punti in più e porta a casa l’oro. Da allora numerosi problemi fisici e qualche caduta di troppo, uniti all’arrivo di una nuova generazione di velocisti come Pascal Ackermann, Caleb Ewan e Fernando Gaviria, hanno portato Cavendish ad affrontare l'inevitabile parabola discendente: tra il 2017 e il 2019, infatti, Mark ha portato a casa solo quattro corse.

Nel 2020, però, il velocista britannico ha deciso di intraprendere una nuova avventura, firmando con il team Bahrain-McLaren. La stagione, che riprenderà ad agosto in un formato decisamente sui generis, potrebbe regalare qualche sorpresa e, chissà, anche qualche colpo di coda inatteso da parte del Manx Missile.

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