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IL RITRATTO

Nino Benvenuti, da Trieste alla conquista dell'America: la trilogia con Griffith da leggenda

Dall'oro olimpico a Roma, alla conquista del mondo: ha emozionato sul ring come nessun altro in Italia

di Andrea Ghislandi
20 Mag 2025 - 18:32
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© italyphotopress
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Giovanni (Nino) Benvenuti nasce il 26 aprile 1938 a Isola d'Istria, all'epoca ancora territorio italiano, ma cresce nella vicina Trieste. A 11 anni mette per la prima volta piede in una palestra di boxe ed è amore a prima vista: il piccolo Nino, infatti, scopre presto di avere un talento naturale per questo sport. Ancora prima di fare il suo debutto nei professionisti nel 1961, Benvenuti è già una leggenda dello sport italiano. Da dilettante, infatti, vince l'oro nei pesi welter alle Olimpiadi di Roma del 1960 contro il sovietico Jurij Radonjake nella stessa categoria si aggiudica il titolo europeo nel 1957 e nel 1959.

Il suo esordio tra i pro, che dà il via a una carriera leggendaria (90 match e 82 vittorie), avviene nel 1961 contro il tunisino Ben Ali Allala, sconfitto ai punti dopo sei riprese. Il 18 giugno del 1965, ancora da imbattuto, Benvenuti ha la sua prima chance mondiale nella categoria superwelter, contro il connazionale Sandro Mazzinghi. Quella sera allo stadio di San Siro sono ben 40mila gli spettatori che si accalcano sulle tribune per non perdersi il match che lo sfidante si aggiudica per ko alla sesta ripresa. Mazzinghi viene sconfitto anche nella rivincita del 17 dicembre 1965, ma solo ai punti e con poco spettacolo, tanto che i tifosi a bordo ring lo contestarono. 

Nella carriera di ogni pugile prima o poi arriva anche la sconfitta e per Benvenuti questa si materializza il 25 giugno 1966, in Corea del Sud, quando viene sconfitto ai punti dal coreano Ki-Soo-Kim, battuto a Roma nel 1960.

Benvenuti decide di abbandonare i superwelter e di passare ai pesi medi. E dopo sei vittorie, arriva la grande chance di sbarcare in America. Allora come oggi, gli Usa sono la patria del pugilato e per avere una risonanza mondiale la devi conquistare. E lui lo fece con la sua boxe essenziale fatta di colpi dritti, precisi, che precedevano quasi sempre pure le intenzioni dei suoi avversari e un intelligenza tattica sul ring fuori dal comune.

Nel mitico Madison Square Garden di New York, il 17 aprile del 1967 il pugile triestino si trova di fronte il leggendario Emile Griffith, per quella che diventerà una delle trilogie più famose della storia. Nino la spunta per decisione unanime dopo 15 durissime riprese, nel corso delle quali entrambi vanno una volta ko.

Al suo rientro in Italia, viene accolto come un eroe nazionale e viene ricevuto in udienza anche dal Pontefice Paolo VI. Benvenuti ha conquistato l'America e la sua popolarità non ha più confini. Nel settembre dello stesso anno, questa volta al Shea Stadium di New York, c'è la rivincita contro Griffith e questa volta è l'americano a spuntarla al termine di 15 round cruenti. La sconfitta di Benvenuti è meritata, anche se il suo match è condizionato da un infortunio a una costola nel terzo round che lo costringerà a quattro mesi di stop.

Il terzo e ultimo capitolo della saga va in scena sempre a New York il 4 marzo del 1968. Grazie alla precisione dei suoi colpi e a una condotta accorta, Benvenuti la spunta ai punti. Dopo essersele date di santa ragione, tra i due nasce una profonda amicizia che durerà negli anni, fino alla morte nel 2013 dell'americano finito in disgrazia e affetto dall'Alzheimer. 

Benvenuti, ormai una star mondiale, fa anche il suo debutto nel mondo del cinema e il ritorno dal set si rivela molto amaro e inizia la sua parabola discendente. A porre fine alla sua carriera sono le due durissime sconfitte patite contro l'argentino Carlos Monzon, tra il 1970 e il 1971, con in mezzo anche la battuta d'arresto con un altro argentino, Jose Roberto Chrichino. Il suo ultimo match a Monte Carlo è dell'8 maggio 1971 e dura appena tre riprese, fino a quando il suo manager, Bruno Amaduzzi, getta la spugna.

"È meglio vincere quando ci sono avversari che quando non c'è nessuno" una delle frasi più celebri di quello che può essere considerato il più forte pugile italiano della storia, un personaggio amato e rispettato che ha fatto grande il nostro Paese.

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