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Boxe, Squeo contro Opetaia per la sfida del mondiale IBF Cruiser

L'otto giugno il 34enne di Molfetta sfida l'australiano: "Chi mi dà per spacciato non mi conosce"

di Enzo Palladini
08 Mag 2025 - 16:00
 © instagram

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Un pugile italiano che combatte per il titolo di campione del mondo è un evento raro. L’ultimo a salire sul trono fu Giovanni De Carolis, che rimase in carica per quasi tutto il 2016 nei supermedi versione WBA. Da allora il nulla. Tra un mese però ci riproviamo. Tocca a Claudio Squeo l’onore di sfidare l’australiano Jai Opetaia, campione del mondo in carica dei massimi leggeri versione IBF, in attesa di una possibile unificazione del mondiale, che passerebbe attraverso la sfida con il detentore del titolo WBO/WBA, il messicano Gilberto “Zurdo” Ramirez. L’appuntamento è per domenica 8 giugno al Gold Coast Convention Centre di Broadbeach, nello stato australiano del Queensland. L’incontro era stato in un primo momento programmato per il 13 maggio, ma poi è stato rinviato per un piccolo infortunio di Opetaia. Per il nostro pugile sarà il primo combattimento fuori dall’Italia.

Va subito detto che per Squeo, 34 anni, originario di Molfetta, è quasi una mission impossible. Attualmente occupa il 14° posto della classifica IBF e ha un record di 17 vittorie (di cui 9 per KO), l’ultima delle quali ottenuta nello scorso ottobre contro il colombiano Orlando de Jesus Estrada per KO tecnico alla seconda ripresa. Opetaia invece è un mancino potentissimo di 29 anni, pure lui imbattuto con 27 vittorie su 27 incontri, di cui 21 per KO. È campione del mondo in carica dal 2022 e ha già difeso la corona cinque volte. Ultima uscita a gennaio, vittoria per KO alla quarta ripresa contro il neozelandese David Nyika.

Opetaia vede questo match come una fase di passaggio, perché prima o poi vuole mettere le mani su quel titolo mondiale unificato che sembra l’ossessione della sua vita. Di “Red Bull” (questo è il soprannome di Squeo) però non si fida al cento per cento: “È un piccolo bomber, si fa avanti, ma non è nulla che non abbia già visto”. Squeo invece sa benissimo che dovrà fare un miracolo per strappare il titolo a questo straordinario atleta: “Sicuramente tutti quelli che mi precedono in classifica hanno rifiutato, anche perché Opetaia lo conosciamo benissimo e non è difficile capire perché non lo vuole affrontare nessuno. Però lui ha due braccia e io ne ho due, non vado lì per perdere. Chi mi dà per spacciato non conosce Claudio Squeo”.

Oltre a essere un pugile di livello comunque elevato, Claudio Squeo è anche un uomo molto impegnato nel sociale. Tra un match e un allenamento viene spesso invitato nelle scuole per parlare ai ragazzi del bullismo, una piaga del quale lui stesso in gioventù ha sofferto. La frase motivazionale che regala ai suoi giovani ascoltatori è questa: “Non lasciate che vi dicano che non valete niente. Ognuno di noi ha dentro una forza incredibile”.

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È convinto che la vera vittoria non è battere un avversario ma ritrovare sé stessi, che la gentilezza è una forza immensa, che nessuno mai dovrebbe sentirsi solo quando deve combattere una battaglia. Qualche settimana fa, in una bella intervista a Boxe Punch, ha dato ulteriori dettagli: “Da adolescente ero un ragazzino obeso: a quattordici anni pesavo circa 130 chili ed ero bullizzato e schernito da altri ragazzi. Un giorno mi è capitato di guardare il film “Cinderella Man” e la storia mi ha talmente affascinato da farmi appassionare al pugilato. A 15 anni ho iniziato ad allenarmi in una palestra di boxe, contro la volontà di mia madre; ho perso 35 chili in tre o quattro mesi e da lì è iniziato il mio percorso. Inizialmente nessuno avrebbe scommesso cinque centesimi su di me, però un poco alla volta sono riuscito a riscattarmi”.

Ora questa chance mondiale, spiegata in questo modo a Boxe Punch: “Me lo sentivo, perché so di aver gestito bene la mia carriera: ho fatto i passi giusti al momento giusto e quindi mi aspettavo una chiamata per un’eliminatoria. Lo scorso anno, dopo aver subito un infortunio, avevo deciso di scendere di categoria, ma questa scelta si è poi rivelata impossibile da portare avanti, perché dal punto di vista muscolare quello dei mediomassimi non è il mio peso ideale. Sono quindi tornato nei pesi cruiser e stavo programmando di disputare una difesa del mio titolo europeo IBF, prima di ricevere la fatidica telefonata. Ovviamente quello di battersi per il titolo mondiale è il sogno di qualsiasi pugile, ma occorre avere l’intelligenza di capire che certe opportunità vanno colte solo se ci sono le giuste condizioni. Quando ho capito che la proposta era adeguata, ho accettato, perché sono consapevole dei miei mezzi e so che non andrò lì a fare una comparsata. Benché fossi già informato da tempo di dover disputare il mondiale, dopo aver ricevuto la notizia dell’ufficialità non ho dormito. In virtù del fuso orario differente l’ho saputo verso le tre di notte e poi non sono riuscito a riprendere sonno a causa dell’adrenalina”. Appuntamento dunque tra un mese a Broadbeach. L’Italia tiferà per lui, sperando di rivedere la bandiera tricolore in cima al mondo dopo nove anni.

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