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Biathlon, Wierer 10.a nella sprint

Alle spalle dell’atleta slovacca si piazzano la norvegese Tandrevold e la tedesca Dahlmeier, decima la Wierer

09 Mar 2019 - 10:11

Ai Mondiali di biathlon di Oestersund, in Svezia, la slovacca Anastasiya Kuzmina vince la medaglia d’oro nella sprint femminile 7,5 km. A 34 anni è la più anziana vincitrice nella storia di un titolo mondiale. Medaglia d’argento per la norvegese Tandrevold, a 9’’7 secondi di ritardo, completa il podio la tedesca Dahlmeier, lontana 12’’6 secondi. La migliore delle italiane è Dorothea Wierer che chiude al decimo posto, a 33’’2 dalla Kuzmina.

Anastasiya Kuzmina, nonostante una condizione fisica non ottimale, che le fa concludere la gara senza voce, in un solo colpo ottiene due obiettivi: prima vittoria in un Mondiale, dopo le due affermazioni olimpiche nello sprint del 2010 e del 2014, e la riapertura della classifica generale della Coppa del Mondo. La slovacca fa la differenza quando spara 5/5 in piedi al secondo poligono e, nonostante una prestazione non straordinaria sugli sci, riesce a chiudere davanti alla norvegese Tandrevold di quasi 10 secondi, mentre la tedesca Dahlmeier, terza, è efficace nello sparo, ma lenta sugli sci. L’ultima atleta che potrebbe togliere l’oro alla Kuzmina è la tedesca Hermann che, però, commette un doppio errore al poligono in piedi e consegna la medaglia dal metallo più pregiato alla quasi 35enne slovacca, la più anziana di sempre a vincere un titolo mondiale.

Per l’Italia le notizie positive arrivano dalla classifica generale di Coppa del Mondo, visto che la vittoria della Kuzmina permette a Dorothea Wierer di riportarsi al primo posto nella classifica. Non eccellente, invece, il risultato in gara: la bolzanina chiude al decimo posto, al termine di una giornata stregata in cui sbaglia due volte al poligono a terra e addirittura cade in discesa, perdendo 5-6 secondi preziosi. Lisa Vittozzi non fa meglio e chiude al 21esimo posto la gara peggiore della propria stagione, con due errori a terra e uno in piedi, perdendo la leadership della generale con il sorpasso proprio dell’altra azzurra.

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