ATLETICA

Tamberi oltre la leggenda conquista il quarto oro europeo con un fantastico 2,37 nell'alto

Altra sensazionale impresa del campione azzurro di tutto che entusiasma con la miglior prestazione stagionale mondiale

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Gianmarco Tamberi, l'icona assoluta dell'atletica italiana nel mondo, già entrato nella leggenda per aver conquistato ogni titolo possibile, dà spettacolo autentico nella serata romana dei Campionati Europei onorati dalla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, vincendo il suo terzo titolo europeo, il quarto totale compreso uno al coperto, con la fantastica misura di 2.37, la migliore al mondo nel 2024.

Una gara tutt'altro che facile per Gimbo che, come spesso gli accade, soffre un po' rischiando di essere eliminato a 2,29 che supera al terzo tentativo, ma poi si scatena superando subito 2,31 che gli regala la vittoria, per poi fare 2,34 ancora alla prima e cominciare dopo un suo spettacolo personale per divertire il pubblico festante, durante il quale tira anche fuori delle molle dalle scarpe, ma salta ancora una volta e supera incredibilmente la quota di 2,37 definitiva.

Subito dopo ecco arrivare l'inchino, la corsa con il tricolore sulle spalle fino alla tribuna per ricevere i complimenti del Presidente Sergio Mattarella. Tamberi ha abbracciato quest'ultimo con tanto di bacio. Tra i due anche un breve scambio di battute e poi il saluto al ministro Andrea Abodi, al presidente del Coni Giovanni Malagò e l'abbraccio al numero uno della Fidal Stefano Mei. 

Buona la prova degli altri due italiani presenti in finale, Manuel Lando e Stefano Sottile, che finiscono entrambi a pari merito in sesta posizione con 2.22, ma Sottile ha il rammarico di aver fallito per pochissimo la quota di 2,26 che avrebbe potuto aprirgli la strada verso un possibile bronzo.

LE DICHIARAZIONI DI TAMBERI

"Se non avessi vinto questa gara non avrei parlato per un mese perché ieri avevo dichiarato che stavo benissimo, anche se qualcuno ha storto il naso in quanto ho rinunciato a gareggiare a Ostrava, ma è stato solo per precauzione. Ho avuto qualche problema all'inizio ma ci sta perché, quando non si entra nel clima agonistico da tanti mesi, possono succedere queste cose. Dedico la mia vittoria a Fabrizio Borra, che fa parte dello staff dei miei fisioterapisti, che sta vivendo un momento molto difficile e gli auguro con tutto il cuore che possa superarlo presto per cui il mio pensiero speciale è per lui".

LE DICHIARAZIONI DI ABODI

"Il Presidente Mattarella si è fatto abbracciare da Tamberi con grande trasporto, evidentemente c'è una sintonia che anche a vederla fa un certo effetto, piacevole. Ci sono dei sentimenti, affetto e stima che si vedono. Un'altra serata magica impreziosita dalla presenza del Presidente della Repubblica. Non è tanto la conta delle medaglie che cresce con grande soddisfazione, ma l'atmosfera. Con questi ragazzi che sprizzano felicità e danno segnali di vita e portano ad avere fiducia e a fare comprendere che c'è il talento, l'impegno e comunque sempre la dimensione umana". 

LA STORIA AGONISTICA DI TAMBERI

Nato il 1° giugno 1992 a Civitanova Marche in provincia di Macerata, ha vinto tutto in carriera essendo campione olimpico di salto in alto a Tokyo, oro mondiale a Budapest, e poi è stato oro anche ai Mondiali indoor, agli scorsi Europei di Monaco di Baviera, agli Europei indoor. Vive ad Ancona, non lontano dal campo di allenamento, dopo essere cresciuto nel vicino borgo medievale di Offagna. L’esempio di papà Marco, uno dei migliori azzurri
del passato (finalista ai Giochi olimpici di Mosca nel 1980) si è in parte fatto sentire ma la grande passione di “Gimbo”, come viene chiamato, è da sempre il basket, sport praticato a lungo come guardia nella Stamura Ancona. Dalla primavera del 2009 ha iniziato seriamente con l’atletica sotto la guida tecnica del padre e si è guadagnato la convocazione ai Mondiali allievi, poi nel 2011 ha conquistato la medaglia di bronzo agli Europei juniores. L’exploit è avvenuto nel 2012 con la qualificazione per gli Europei di Helsinki dove si è piazzato quinto, seguito dalla vittoria agli Assoluti con il minimo olimpico di 2.31, nuovo primato italiano
under 23, misura che gli ha permesso la partecipazione ai Giochi di Londra. Nell’estate 2015 un ulteriore salto di qualità con il record italiano assoluto eguagliato a Colonia con 2.34 e migliorato a Eberstadt (sempre in Germania) per due volte, a 2.35 e 2.37. Nella stagione indoor 2016, altri due record italiani: 2.35 a Banska Bystrica (Slovacchia) e 2.38 a Hustopece (Repubblica Ceca). Ai Mondiali indoor di Portland 2016 ha fatto suo il titolo iridato ribaltando con 2.36 alla prima prova l’esito di una finale che fino a quel momento rischiava di vederlo fuori dal podio. Era da 13 anni (Giuseppe Gibilisco nell’asta a Parigi 2003) che un azzurro non festeggiava l’oro in un Mondiale e nessun italiano ci era mai riuscito nel salto in alto. Poi il successo agli Europei di Amsterdam e il record nazionale di 2.39 al meeting di Montecarlo dove però si è infortunato alla caviglia tentando 2.41, dovendo così rinunciare ai Giochi di Rio. Nell’estate 2018 è tornato a 2.33 e nel
marzo del 2019, due anni e sette mesi dopo l’infortunio, è salito sul gradino più alto agli Europei indoor di Glasgow. Nella stagione al coperto 2021 si è riportato a 2.34 e poi a 2.35, argento europeo in sala, e dopo il trionfo olimpico con 2.37 (condiviso con il qatariota Barshim) si è aggiudicato anche la finale della Diamond League a Zurigo, impresa mai riuscita in precedenza a un italiano. Nel 2022 all’esordio stagionale ha conquistato il bronzo ai Mondiali indoor di Belgrado, poi a Monaco il suo secondo oro agli Europei all’aperto
e di nuovo la finale del circuito dei diamanti a Zurigo. Dal marzo del 2023 il suo tecnico è Giulio Ciotti, in collaborazione con Michele Palloni come preparatore atletico, e al debutto ha vinto agli Europei a squadre trascinando al successo il team azzurro, quindi ai Mondiali di Budapest ha completato la collezione di ori, aggiungendo l'unico mancante. Prima delle gare importanti per un lungo periodo si è rasato a metà, solo sul lato destro del viso, e da qui il soprannome “Halfshave".

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