ALPINISMO E AVVENTURA

Arrampicata, kayak e incontri particolari per Della Bordella, Schüpbach e Welfringer: missione compiuta!  

Conclusa con un successo la spedizione multitasking di Matteo Della Bordella, Silvan Schüpbach e Symon Welfringer sull’isola più vasta del pianeta.

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Più di trecento chilometri in kayak per andare e tornare dal Mythics Circque, due nuove vie (tra cui la seconda ascensione assoluta alla Siren Tower) ed un’esperienza esplorativa in pieno stile by fair means. Questi i dati essenziali della spedizione "pulita" di Matteo Della Bordealla, Silvan Schüpbach e Symon Welfringer in Groenlandia. Superate le difficoltà burocratiche legate al contenimento della pandemia, che li ha bloccati per una settimana in Islanda, tutto è poi  filato per il verso giusto per l’ex presidente dei Ragni di Lecco e per i suoi due compagni d’avventura.

Riprogrammata con cambio di obiettivo dopo l’iniziale intoppo... pandemico, la spedizione è stata un successo sotto tutti i fronti per il 37enne Della Bordella (quattro anni alla guida dello storico sodalizio alpinistico lecchese), per l’elvetico Schüpbach e per il francese Welfringer. Trecentocinquanta chilometri totali percorsi in kayak, tra andata e ritorno dal Mythics Circque, un’area remota del Paese dove fino ad ora si erano spinte solo poche spedizioni. Punto di partenza e di arrivo di questo lungo viaggio in totale autonomia è stato il villaggio di Tassilaq nel quale, prima di prendere il largo, i tre alpinisti si sono concessi un incontro con Robert Peroni, esploratore italiano che dal 1980 vive in Groenlandia impegnandosi nella salvaguardia dell’ambiente e dei suoi abitanti.

È lo stesso Matteo a raccontarci i passaggi salienti della spedizione.

“Robert era contentissimo della nostra presenza, siamo stati gli unici turisti dell’anno. Quando gli abbiamo spiegato il nostro progetto si è esaltato ancora di più perché - rispetto ad una spedizione di sola arrampicata - noi abbiamo inserito molte più variabili con la lunga traversata in kayak. Fortunatamente abbiamo sempre trovato condizioni favorevoli, anche se è stato più difficile rispetto a sette anni fa. Nei tratti lungo la costa abbiamo avuto problemi con la risacca del mare, che destabilizzava e dovevi essere pronto a gestirla”.

Matteo si riferisce alla sua prima esperienza in Groenlandia nel 2014 quando, sempre con Silvan Schüpbach e con Christian Ledergerber, ha realizzato una nuova via sullo Shark's Tooth. La preparazione dei mesi precedenti la spedizione è stata fondamentale per poter gestire al meglio il tragitto.

“Siamo riusciti a tenere una media di quaranta chilometri al giorno, tra le otto e le dieci ore al giorno a pagaiare, vivendo un ambiente spettacolare! Rispetto alla classica spedizione di sola arrampicata ci siamo veramente divertiti ad esplorare, a scoprire, a vivere un territorio dove il paesaggio è in continua trasformazione, giorno dopo giorno. E poi, una volta arrivati al Mythics Circque chi ci accoglie sulla riva? Nico Favresse e Sean Villanueva! Se avessimo incontrato chiunque altro ci sarei rimasto male. Trovare loro è stato bellissimo. Raggiungere un luogo remoto, incontrare qualcuno che vive la montagna e la scalata con il tuo stesso spirito, con gli stessi valori, è uno dei regali più belli offerti da queste esperienza”.

Anche gli scalatori belgi, in spedizione con il connazionale Jean-Louis Wertz e con lo svedese Aleksej Jaruta, hanno pensato di guardare alle aree più remote e meno esplorate della Groenlandia. All’arrivo al Mythics Circque la Siren Tower risultava ancora inviolata

“Siamo tre personalità forti e ogni decisione su cosa fare, dove andare, come organizzarsi ha richiesto sempre grandi discussioni. Momenti costruttivi che ci hanno permesso di portare a termine il nostro obiettivo, per questo abbiamo chiamato ‘Forum’ la via da noi aperta”.

“Dopo averci salutati Nico, Sean ed i loro compagni sono partiti per la parete. Hanno aperto un itinerario che corre un centinaio di metri a destra rispetto a ‘Forum’ (800 metri, 22 tiri, 7c max, ndr) e sono giunti in vetta tre giorni prima di noi. La Siren Tower è senza dubbio la più bella cima della zona, con la sua parete verticale, ripida e strapiombante. Una linea che si è rivelata super, con il minimo indispensabile per poter salire. Abbiamo impiegato cinque giorni per completarla. Avendo tempo a disposizione abbiamo dedicato il sesto al superamento di alcuni tiri che prima non eravamo riusciti a salire in libera. Il tiro chiave è rappresentato da una fessura che tocca il 7c, uno dei più belli che abbia mai aperto. Nel complesso una via piuttosto 'psicologica' da aprire, per le non evidenti possibilità di piazzare protezioni, con bellissimi tiri verticali o strapiombanti”.

Tutta la via è stata salita utilizzando protezioni mobili, nut e friends. Le soste di calata sono state rinforzate con chiodi. Lungo l’itinerario sono stati lasciati due spit: uno per appendere la portaledge e uno per proteggere un passaggio, poi aggirato.

Dopo la realizzazione sulla Siren Tower Matteo, Silvan e Symon hanno dedicato gli ultimi giorni a disposizione prima del rientro verso la civiltà per esplorare l’area alla ricerca di un altro obiettivo che si è materializzato ad una dozzina di chilometri di kayak dal Mythics Circque, su una parete battezzata da loro ‘Paddle Wall’. Volevamo sfruttare al meglio i giorni a nostra disposizione. Non si tratta di una via super impegnativa (‘La cene du renard’, 440m, 7a, ndr), ma è stata una bella opportunità esplorativa. Con il kayak sei libero di muoverti come meglio preferisci, non sei ancorato ad un singolo luogo. Puoi raggiungere la parte alta dei fiordi, dove con una barca avresti difficoltà a entrare. Così abbiamo trovato questa parete di quattrocento metri, soleggiata e piena di fessure. È stata veramente piacevole da scalare. Il nome significa “la cena della volpe”. Si tratta dell’unico animale nel quale ci siamo imbattuti durante la spedizione e l’incontro è avvenuto alla base della parete, dove la volpe stessa ci ha mangiato il formaggio!”

 

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