INTERVISTA ESCLUSIVA

Cairoli lancia i suoi eredi: "Era tanto che l'Italia non aveva dei piloti così nel motocross"

Adamo, Guadagnini e Forato fanno sognare i tifosi italiani, orfani del siciliano diventato team manager Ktm: "E' un lavoro non facile, ma sto imparando"

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Cairoli lancia i suoi eredi: "Era tanto che l'Italia non aveva dei piloti così nel motocross" - foto 1
© Instagram Eye-Track

Chi temeva che il motocross italiano potesse finire in un limbo con il ritiro di Antonio Cairoli, può tirare un sospiro di sollievo. Certo, sarà difficile, se non impossibile, trovare qualcuno capace di vincere nove titoli come ha fatto il siciliano, ma la difesa del tricolore nel campionato mondiale pare essere in buone mani. Con Andrea Adamo a un solo punto dalla vetta della MX2, Mattia Guadagnini fresco di primo podio in MXGP e Alberto Forato desideroso di guadagnarsi i galloni di pilota ufficiale grazie a ottime prestazioni, le giovani punte di diamante del movimento azzurro sembrano aver già appreso i primi insegnamenti dello stesso Cairoli. Che adesso, a due anni dal ritiro e in attesa di far debuttare il figlioletto Chase Ben, è team manager di Ktm, ma anche mentore dei nostri ragazzi. "Era tanto che non avevamo dei piloti così, quindi siamo fiduciosi", ha detto Tony a Sportmediaset.it in occasione del Ridin' Smoke di Ottobiano.

Insomma, vuoi dire che non ti vedremo più in pista nemmeno al Motocross delle Nazioni?
"Basta Nazioni, adesso penseremo a creare insieme alla federazione una squadra che sia buona. Quest'anno abbiamo dei piloti giovani, da Adamo a Guadagnini e Forato. Penso che siamo davvero un bel team".

Adamo può addirittura vincere il Mondiale della MX2
"Ce la può fare anche perché, purtroppo, Geerts (il belga in testa alla classifica) si è fatto male ed era il più agguerrito tra quelli in lizza per il titolo. Adesso ci sono tanti giovani lì davanti, non dico come a un Europeo, ma il livello di età è molto basso e chi riuscirà a gestire tutto al meglio, lo porterà a casa".

Cairoli lancia i suoi eredi: "Era tanto che l'Italia non aveva dei piloti così nel motocross" - foto 3
© Instagram Antonio Cairoli

Cosa manca invece a Guadagnini per essere sempre con i migliori?
"Gli serve solo un po' di esperienza, ha ancora vent'anni, è molto giovane per la MXGP, il pù giovane in pista. Però la velocità c'è. Come ho detto, gli manca soltanto dell'esperienza in più, elemento che ti fa fare meno errori. E' questo l'aspetto principale su cui "lavorare" da qui in avanti".

Per il titolo, però, sarà una sfida tra Prado ed Herlings?
"Sì, perché sono rimasti loro a combattere e a giocarsela. Gajser è out, Febvre è un po' indietro di preparazione e ha saltato delle gare, mentre Renaux si è fatto male ed era tra quelli che potevano fare bene. Così sono rimasti Prado ed Herlings per il titolo. In realtà Herlings è su un livello un po' superiore rispetto agli altri, non tanto di velocità, quanto di preparazione fisica. Ha esperienza, sa come si prepara una gara".

Herlings è forse diventato più calcolatore?
"Un po' sì, anche perché se non arriva primo, fa secondo viste le assenze e ciò lo aiuta. Magari prima c'era qualche avversario in più e quindi rischiava di dover spingere un po' troppo se partiva male. Adesso anche se succede, riesce sempre a finire nei primi cinque".

Cairoli lancia i suoi eredi: "Era tanto che l'Italia non aveva dei piloti così nel motocross" - foto 2
© Instagram Antonio Cairoli

Adesso tu li vedi da fuori: come va la tua carriera da team manager?
"Bene, siamo tutti contenti. Ovviamente è un campionato difficile, gestire un nuovo team è complicato, ci sono tanti giovani e tante persone. Insomma, come primo lavoro è tosto, magari preferito partire con un po' più di calma, ma piano piano sto imparando".

Stai più in pista o in ufficio?
"Di scrivania ne faccio poca perché il team era già ben avviato e quindi mi occupo più della parte dei test e di sviluppo della moto".

Non ti manca gareggiare?
"No, sinceramente in questo momento non mi manca anche perché sto tantissimo in moto, facendo anche il tester per il reparto di ricerca e sviluppo. Ovviamente non più come prima, ma comunque abbastanza".

Intanto ti sei dato anche all'enduro: solo per divertimento o ci sarà qualche sbocco futuro?
"Mi piace molto. E' una disciplina che ho sempre voluto praticare, però, con gli impegni che avevo, era difficile trovare il tempo. Adesso in settimana sono un po' più libero e ho colto l'occasione. Ma lo faccio solo per divertimento".

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"Sì, è veramente un evento figo. Per gli appassionati del due tempi è bello vivere giornate del genere. E poi c'è stata l'opportunità di vedere questo nuovo formato dello Straight Rhythm, preso dall'America e portato in Italia grazie a Red Bull, che ci ha dato questa bella opportunità".

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