MOTOCROSS

Bonacorsi: "Vincere l'Europeo era la mia ragione di vita, ora lavorerò duro per il Mondiale"

Il neo campione della EMX250 ci racconta la sua grande stagione, in attesa di sbarcare tra i big: "Nulla accade per caso, il segreto è desiderare tanto una cosa"

di
  • A
  • A
  • A
Bonacorsi: "Vincere l'Europeo era la mia ragione di vita, ora lavorerò duro per il Mondiale" - foto 1
© ufficio stampa Yamaha

In attesa che Andrea Adamo completi l'opera iridata in MX2, l'Italia del motocross ha già festeggiato un primo titolo importante in questo 2023. Il merito è di Andrea Bonacorsi, capace di fare suo il campionato europeo della classe 250 (dopo quello della 125 nel 2020) con una gara di anticipo. Pilota ufficiale Yamaha con il team olandese Hutten Metaal marchiato Monster Enrergy, il 20enne bergamasco ha aggiunto un nuovo tassello al suo percorso verso il Mondiale, correndo una stagione da dominatore in EMX250. "Più che come previsto o una sorpresa, vincere è stato il mio obiettivo fin dall'inizio della stagione. Negli ultimi due anni l'ho voluto veramente più di qualsiasi altra cosa. In questo 2023 era diventata la mia ragione di vita e sono stato concentrato fino alla fine", ha detto Bonacorsi a Sportmediaset.it.

-Sei partito forte e poi hai gestito: è così?
"Sì, sono partito molto forte e convinto. In alcune piste ho cercato di dare del mio meglio anche se non avevo trovato il feeling perfetto". Vedi anche Fast Cross by Night, che successo: il re di Arsago Seprio è Filippo Zonta motocross Fast Cross by Night, che successo: il re di Arsago Seprio è Filippo Zonta

-Quando hai capito che era fatta?
"Ho capito che era fatta solo quando mancavano le ultime due curve prima del salto di arrivo in gara 2 in Turchia (dove si è laureato campione, ndr). Soprattutto perché in questo sport può succedere davvero tutto in un attimo, quindi ho sempre cercato di allontanare il più possibile quei pensieri dalla testa. Anche se sapevo che l'obiettivo era vicinissimo".

-C'è un segreto per questo successo?
"Sai perché le giraffe hanno il collo lungo? Perché desiderano tanto. Questo è il segreto".  

-Cosa hai pensato appena vinto il titolo?
"E' stato un sollievo dopo tutto il lavoro e sacrifici, una sensazione strana. Poi l'ho realizzato quando sono rimasto solo con me e lì ho detto alcune cose che preferirei tenere per me".

-Hai ringraziamenti e dediche speciali da fare?
"Ringrazio tutti coloro che credono profondamente al valore del mio lavoro".

-Quanto è stato importante allenarsi all'estero per la tua crescita?
"L'estero è una palestra di vita, è stata una delle scelte migliori che potessi fare. Perché tutto ciò che è scomodo e faticoso fa crescere".  

Bonacorsi: "Vincere l'Europeo era la mia ragione di vita, ora lavorerò duro per il Mondiale" - foto 2
© ufficio stampa Yamaha

-Come vive un giovane italiano in un team olandese?
"Un team olandese è d'impatto un po' rigido perché hanno stile e cultura diversi dal nostro. Mi sono trovato comunque bene perché ho frequentato 8 anni di scuola svizzera a Bergamo e sin da piccolo sono stato in contatto con una mentalità un po 'più "nordica" eppure vicina a me e al mio modo di affrontare il lavoro".

-Il palmares adesso si fa ricco: dopo i due titoli europei il sogno è vincere anche entrambi i mondiali?
"Il sogno è migliorare perché penso che sia il percorso a piacermi più dell'arrivo".

-Programmi e obiettivi per il 2024: in MX2 con stessa moto e team?
"I programmi sono in definizione. Penso di spostarmi più spesso in posti più caldi in inverno ed avere più basi di allenamento".

-Ti senti pronto per il salto nel Mondiale?
"Il Mondiale penso faccia parte del mio naturale percorso di crescita sportiva, non ho mai forzato nulla e ho rispettato i miei tempi. Credo che la piena maturità sportiva di un pilota sia tra i 23 e 28 anni, io sono in piena crescita. Bisogna sviluppare contemporaneamente diverse abilità e ci vuole equilibrio e costanza. Nulla accade per caso".

-Con che numero ti vedremo l'anno prossimo?
"Dal prossimo anno correrò con il numero 132"

Vedi anche <span style=Antonio Cairoli con Andrea Adamo e Liam Everts" /> motocross Cairoli lancia i suoi eredi: "Era tanto che l'Italia non aveva dei piloti così nel motocross" -Il "dopo Cairoli" sembra promettere bene per l'Italia del motocross: senti un po' di pressione per essere entrato tra chi deve raccogliere la sua eredità o è uno stimolo in più?
"Cairoli è Cairoli... è stato un esempio per tutti, sportivi e non, un grande maestro. Poi ci sono allievi e allievi... Sicuramente io sono un allievo che preferisce lavorare tanto e in silenzio. Ho bisogno di pochi comfort e mi adatto facilmente ad ogni ambiente. Del resto per evolverti devi per forza saper cambiare e adattarti, lo dice la scienza. Sicuramente lavorerò in questa direzione".

-Nel weekend sarai a Maggiora per il GP d'Italia anche se l'Europeo 250 non ci fa tappa?
"Maggiora non è tra i programmi del team, studierò da casa".

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 commenti