Anche il motociclismo piange la morte di Keith Flint

Il cantante suicida dei Prodigy era pilota, collezionista e proprietario di un team da corsa

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La morte per suicidio di Keith Flint ha scioccato il mondo della musica. Il cantante e leader dei Prodigy si è tolto la vita a soli 49 anni, ma mentre la stupidità dei social lo accosta alla maledizione del gol di Ramsey, in pochi sanno della sua grande passione per la moto e per il motociclismo da corsa.

Una passione che lo portò a scendere in pista al Paul Ricard in un evento promozionale a due ruote a fianco di gente del calibro di Michael Schumacher, Randy Mamola, Pol Espargaro e John McGuinness, ma anche ad allestire una sua squadra, il Team Traction Control, che ha corso nel campionato inglese e al Tourist Trophy, dove tra l'altro ha vinto grazie a Ian Hutchinson. Era anche un grande tifoso di Mick Doohan e il suo sogno da collezionista di moto sportive sarebbe stato quello di possedere la Honda NSR 500 con cui l'australiano vinse il Mondiale nel 1997.

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