Wimbledon: ok Fognini e Berrettini

Il ligure vince al quinto set dopo 3 ore e 23 minuti, escono Cecchinato e Caruso. E anche la torinese, che però se la gioca con la regina americana

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Fabio Fognini rimonta, spreca e poi vince contro Frances Tiafoe al primo turno di Wimbledon con il punteggio di 5-7, 6-4, 6-3, 4-6, 6-4. Sorride anche Matteo Berrettini, che sconfigge Aljaz Bedene: finisce 3-6, 6-3, 6-2, 7-6(3). Eliminati Marco Cecchinato (Alex de Minaur fa 0-6, 4-6, 6-7), Salvatore Caruso, che perde contro Gilles Simon per 7-6(7), 6-3, 6-2, e una splendida Giulia Gatto-Monticone, che tiene testa a Serena Williams (6-2, 7-5).

Una partita che cambia faccia almeno tre volte nell'arco di quasi tre ore e mezza di durata. E che alla fine premia Fabio Fognini. Il tennista azzurro ha la meglio su Frances Tiafoe in un primo turno di Wimbledon dall'alta tensione e ora può tirare il fiato e guardare con ottimismo al prosieguo del tabellone che potrebbe sorridergli. La sfida con l'americano però non è facile, con Fabio che si trova sotto, rimonta e poi si perde al momento meno opportuno: quando potrebbe chiudere i giochi. Quindi rialza la testa e chiude all'ultimo set, con un punteggio di 5-7, 6-4, 6-3, 4-6, 6-4. Il ligure parte alla grande, prendendosi il primo game con un ace. Il suo avversario però non sta a guardare e si porta sull'1-1 senza concedergli punti. Fognini sbaglia parecchio e cede il servizio e poi anche il quarto game a 0, per un veloce 3-1. Poi però reagisce riportandosi sul 4-4 con una palla break conquistata grazie a un out sul dritto dell'americano confermato dall'occhio di falco. C'è quindi l'ace del 5-4, ma i due game successivi vanno senza particolari problemi a Tiafoe, che si prende anche un break in un gioco in cui Fognini sbaglia una palla sotto rete, spedendola larga. Perso il servizio e trovatosi sotto 6-5, va quindi a perdere a 0 anche il game che decide il set. Qui però Fognini tira fuori gli artigli e risponde colpo su colpo all'avversario in un secondo set in cui chi ha il turno di servizio concede pochissimo. Serve quindi una palla break, e a trovarla è Fognini sul 6-4, riportando tutto in parità. Nel terzo set il taggiasco parte a tutta birra e si prende velocemente il 2-0 grazie a un break a segno. Tiafoe reagisce e con il controbreak si prende il 2-1, ma dura poco: Fognini con grande autorevolezza timbra il 3-1 e poi conserva il turno di battuta. Si continua fino al nono game, in cui Tiafoe prova a prolungare il set con due break point che però Fognini annulla, inchiodandolo al secondo vantaggio e portandosi avanti di un set. Sembra praticamente fatta, specie dopo che il quarto set regala il 4-2 a un Fognini che ruba il servizio nel primo game e poi controlla senza particolari grattacapi (anzi, va anche vicino al 3-0 ma non riesce a sfruttare il break). Qui però Tiafoe riapre tutto e si prende quattro game di fila: particolarmente doloroso il secondo, che vale il 4-4 con tanto di break point, e soprattutto l'ultimo, che arriva dopo un doppio fallo di Fognini e prolunga la partita al quinto set. Il ligure sembra sul punto di mollare mentalmente la sfida, ma non è così: lo dimostra l'autorevolezza con cui si prende subito il break nel primo game. Nel prosieguo del set poi non concede più nulla in battuta, resistendo nel quarto game al pericoloso ritorno del suo avversario. Conquistato il 3-1, però, la partita è ormai in discesa e si conclude al decimo gioco, con un bel 6-4 arrivato senza concedere punti a un Tiafoe ormai fuori dal match. E, di conseguenza, da Wimbledon.

Grande emozione anche per Giulia Gatto-Monticone, abbinata a Serena Williams dal sorteggio nella sua primissima esibizione sull'erba di Londra, a 31 anni d'età e a poche settimane dall'esordio anche al Roland Garros. E la torinese cede sì in due set, ma con l'onore delle armi. Finisce infatti 6-2, 7-5, ma i primi minuti fanno pensare a un possibile cappotto da parte della regina. Si parte infatti con un facile 5-0, in cui la piemontese perde due volte il servizio trovando tra l'altro un solo punto in due game. Solo al sesto game arriva il 5-1, concretizzato con un ottimo ace. Gatto-Monticone riesce addirittura a portarsi a casa una palla break per il 5-2 e, pur cedendo il servizio successivo e quindi il set a Serena, mostra di poter essere della partita. E infatti nel secondo set tiene testa a uno dei mostri sacri dell'erba per quasi un'ora, mostrando grande concentrazione al cospetto di una Williams che invece via via regala alcuni punti importanti a causa di errori non da lei. Così si arriva sul 3-2 per Serena abbastanza velocemente, Giulia artiglia il 3-3 annullando due palle break alla blasonatissima avversaria. L'americana trova il break point solo nell'ottavo game, concedendolo però sul 5-4 (tra l'altro con un pazzesco colpo di volée sbagliato con l'avversaria fuori posizione). La torinese la inchioda quindi sul 5-5 e poi perde i due game decisivi. Lasciando però Wimbledon con un ricordo indelebile e soprattutto gli applausi dei londinesi.

Wimbledon finisce anche per Salvatore Caruso, che resiste solo un set contro l'espertissimo Gilles Simon ma alla fine deve arrendersi in tre set. Il primo dei tre, però, dura qualcosa come 78 minuti. Il finale, che recita 7-6(7), 6-3, 6-2, non rende però pianamente giustizia alla maratona del siciliano. Caruso inizia la partita strappando il set al 34enne nizzardo, poi si porta sul 2-0. Simon però è veloce a portarsi sul 2-2. Si procede con grande equilibrio, prima che Caruso si riporti avanti di due game sul 5-3, sfruttando la seconda palla break. Il nono game è però una partita nella partita: ci sono addirittura nove break point (in un solo game), una serie infinita di scambi e alla fine il game va al transalpino dopo qualcosa come 22 punti. Sul 5-5 Caruso crolla, e chiede anche una pausa a causa di crampi allo stomaco. Ma l'equilibrio resiste e anzi aumenta anche nel corso del tie-break, che alla fine sorride a Simon: quattro servizi persi per lui, cinque per Caruso e si chiude sul 9-7, 105 punti dopo l'inizio del set. Un set che sfinisce la resistenza di Caruso, che nel secondo si fa recuperare dall'1-0 all'1-3 e di fatto non riesce più a mettere la testa davanti. Il terzo set offre quindi quattro palle break a Simon, che chiude i giochi dopo soli 33 minuti. Ma dopo due ore e mezza complessive, considerando il pazzesco avvio. Importante vittoria invece per Matteo Berrettini, che in rimonta regola Aljaz Bedene in quattro set, con l'ultimo deciso al tie-break: 3-6, 6-3, 6-2, 7-6(3) il punteggio. Lo sloveno parte infatti molto meglio e in particolare sembra a suo agio sull'erba, dove Berrettini mai l'ha affrontato fin qui. Così lo sloveno lo costringe a diversi errori, gli scippa il servizio nel quarto game e annulla ben cinque palle break all'azzurro andando a prendersi il 5-2. Il primo set va quindi a Bedene, e sembra mettersi malissimo per il romano anche nel secondo: Berrettini, sotto per 2-0, riesce però a rialzare la testa e va a vincere in scioltezza quattro game di fila con tanto di due break point a segno. Lunghissimo è l'ottavo game, che Bedene riesce a far suo annullando due set point, ma l'azzurro chiude poi nel gioco successivo. Berrettini torna tranquillo e sbaglia molto meno, portandosi a casa rapidamente il terzo set, mentre nel quarto tutto si riapre: i primi sei game filano lisci e premiano chi ha la battuta, poi lo sloveno si porta sul 4-3 in un game eterno, fatto di 16 punti e anche una protesta arbitrale (ma l'arbitro non asseconda la richiesta di Bedene). Berrettini cerca due palle break nel nono game, ma l'avversario gliele annulla: inevitabile il tie-break, che alla fine premia l'azzurro.

Nel tennis difficilmente si recupera cominciando a giocare con tre quarti d'ora di ritardo. Lo sa bene Marco Cecchinato, che si sveglia troppo tardi nel match contro Alex de Minaur e vede il suo Wimbledon svanire appena iniziato. Esattamente come nel 2018, contro lo stesso avversario. Almeno l'anno scorso strappò un set. Nel primo parziale non c'è partita. E dire che il siciliano ha subito la chance per strappare il servizio a de Minaur: 40-0, l'australiano si affida al gioco a rete per rimontare e tenere la battuta. Il break accarezzato e sfumato è già un crocevia fondamentale del set, perché Cecchinato a sua volta si fa strappare il servizio e perde i due game successivi a zero. L'australiano conquista addirittura 12 punti consecutivi, mentre l'azzurro è in tilt e non riesce a reagire. Ennesimo servizio perso, che dà a de Minaur il primo parziale (6-0).

Cecchinato prosegue il pessimo avvio con uno 0-3 nel secondo set. Dopo quattro turni di battuta regalati all'avversario, il siciliano si scuote a livello tecnico ma soprattutto psicologico. Reagisce dopo gli errori, cerca di darsi la carica anche se questo vuol dire urlare di rabbia. E, finalmente, vince il primo game della sua partita: 3-1. Poi, dopo due palle break gettate al vento, strappa il servizio per la prima volta a de Minaur (3-2) e con il quarto ace dell'incontro conquista il 3-3. Il siciliano sembra rigenerato, ma il 20enne australiano ha il braccio caldo e la testa fredda: sul 5-4 a favore, mette pressione a Cecchinato, costretto a salvare due match point. Ci riesce con la prima, non con la seconda: 6-4, l'azzurro torna a sedersi scuotendo la testa ben sapendo che il match è quasi perso.

In effetti de Minaur, superiore sul verde, non è in vena di regali. A differenza di Cecchinato, che nel terzo parziale commette 24 errori non forzati (sui 44 totali, troppi se rapportati ai 19 dell'australiano). Il palermitano riesce comunque a stare a galla con 17 vincenti, che gli permettono di tenere sempre il servizio. Si va dunque al tie-break: l'azzurro va sotto 0-2, poi recupera fino al 5-5 prima di arrendersi all'avversario, che vince per 7-5 dopo 2 ore e 4 minuti di gioco. 

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