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Tennis, US Open: Berrettini vince la battaglia con Monfils e vola in semifinale

Successo sudato e complicatissimo per il romano, che prevale in cinque set dopo quasi quattro ore: ora si ritroverà contro Nadal

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Matteo Berrettini nella storia: già diventato il primo italiano dopo 42 anni a centrare i quarti di finale degli US Open, il romano approda ora in semifinale. Lo fa al termine di una battaglia di cinque set contro Gael Monfils: 3-6, 6-3, 6-2, 3-6, 7-6(5) il punteggio. Inizio difficilissimo per l'azzurro, che poi ribalta le sorti della partita e la chiude in un tie-break in cui l'esperto francese alla fine cede. Ora sfida da sogno con Rafa Nadal.

Matteo Berrettini ce l'ha fatta. Ha avuto bisogno di tre ore e 55 minuti, ma ce l'ha fatta. Il secondo italiano di sempre a giocarsi una semifinale agli US Open e il quarto in uno Slam dopo Panatta, Barazzutti e Cecchinato, sarà proprio lui. A cadere è Gael Monfils, che vende carissima la pelle ma deve anche mangiarsi le mani per tantissimi errori specialmente al servizio. Ma rimane un dato: i cinque match point della partita sono tutti del romano.

La partita è durissima, e almeno inizialmente Berrettini dà l'impressione di patire la portata storica dell'evento: nel primo set è infatti in sostanziale balia dell'esperto avversario, che si prende il break portandosi sul 4-2 (dopo averci provato già nel quarto game) senza che l'azzurro riesca mai a reagire: addirittura a un certo punto si indica la testa, come a dire che la mente non è collegata al corpo. E sembra che l'uggioso pomeriggio newyorkese possa tramutarsi in una giornataccia per Berrettini.

La conferma arriva nelle prime fasi del set successivo, che si apre subito con il break del francese che addirittura arriva a una palla dal doppio break e dal 3-0. Qui però improvvisamente la partita di Berrettini svolta: non solo il romano conserva il servizio, ma va a prendersi il controbreak del 2-2 e ribalta tutto con grande autorevolezza. Sono infatti suoi tre game di fila, con Monfils che inizia a faticare di fronte alle sue accelerazioni e in particolare a un dritto che non lascia scampo: il sorpasso arriva grazie a un provvidenziale ace, quindi Berrettini trova addirittura il doppio break del 5-3, dopo alcuni gravi errori (tra cui due doppi falli) di un Monfils con il fiatone. E il game successivo si chiude a 0, con il set facilmente a Berrettini.

Il francese è nervoso, e lo dimostra chiedendo a gran voce che siano accese le luci sull'Arthur Ashe Stadium sul 2-1 Berrettini. Poco cambia, però, dato che l'azzurro controlla con tutta tranquillità le operazioni, artigliando anche un doppio break che vale il 5-2 dopo ben 16 punti in uno dei giochi più accesi e vibranti della partita (si vedono ace, doppi falli, dritti al fulmicotone, recuperi da urlo e colpi lungolinea da infarto). E il terzo set sorride a un Berrettini calmo e quasi spietato.

Intanto inizia anche a diluviare su Flushing Meadows e in qualche modo Monfils rientra in partita: lo fa strappando il servizio a Berrettini in un altro game eterno (il quarto) e poi riuscendo a rintuzzare i tentativi del romano, che deve arrendersi sul 3-6 dopo aver costruito una sola palla del controbreak, non sfruttandola, sull'1-4.

Ma è il quinto set, con la sua ora e dieci minuti di durata, a rendere tale l'impresa del 23enne capitolino: un set in cui la fanno da padroni i nervi tesi, i capovolgimenti di fronte e anche tanti errori. Berrettini si porta subito sul 2-0, ma nel game successivo cede il servizio. Monfils è esausto, ma anche l'azzurro si contrae: dopo essersi preso un controbreak a 0 (è il punto del 4-2), vanifica infatti il primo match point permettendo al francese di chiudere il controbreak e di trovare cinque punti di fila. Altri due match point vengono annullati sul 6-5, nonostante i tantissimi errori in battuta di Monfils, che alla fine arriverà a 17 doppi falli. Alcuni dei quali spostano anche gli equilibri di un tie-break tesissimo (anche l'occhio di falco regala un punto al romano, quello del 4-1). Ma alla fine a prevalere è Berrettini. Che ora si prepara a giocarsi una semifinale agli US Open. E non è il sogno di una notte di fine estate.

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