LA SEMIFINALE

Tennis, US Open: Berrettini da applausi, ma vince Nadal  

Il romano tiene testa per due ore e 40 al maiorchino, che lo travolge solo nel finale: 7-6(6), 6-4, 6-1. Poi lo consola: "Diventerai un campione"

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Un Matteo Berrettini da applausi tiene testa a Rafa Nadal per due ore e 40 nella semifinale degli US Open, ma poi è costretto ad arrendersi di fronte al maiorchino che lo batte in tre set: 7-6 (6), 6-4, 6-1. Partita solidissima del romano, che gioca a lungo alla pari con il temutissimo avversario, si porta sul 4-0 nel tie-break del primo set e annulla nove palle break. Poi il crollo sul 3-3 del secondo set, ma Nadal lo promuove: "Diventerai un campione".

Nadal affronterà Daniil Medvedev in finale, per Matteo Berrettini il sogno della grande impresa, quella di poter essere il primo italiano a giocarsi il torneo newyorkese fino all'ultimo atto, svanisce. Il primo set è da spellarsi le mani dagli applausi per quanto il romano lo gioca bene. Il primo game va agevolmente a Nadal, Berrettini si prende solo un punto e appare molto nervoso. Si tratta però solo di un'impressione, dato che il romano apre il suo turno di servizio con un ace. Rafa tenta di azzannarlo e vuole accelerare la pratica, ma Matteo rintuzza tutto e gli annulla subito due palle break. Il set è stupendo anche perché giocato assolutamente alla pari, Berrettini è perfetto nella strategia di giocare colpo su colpo sul suo temibilissimo avversario che a un certo punto sembra anche perdere la flemma: infila infatti un doppio fallo, vanifica altre tre palle break sul 4-3 e perfino la palla del set point sul 5-4. Si va al tie-break, con Berrettini che sembra in vantaggio dal punto di vista mentale: Nadal perde infatti due volte il servizio e il doppio minibreak dell'azzurro vale un impensabile 4-0. La rimonta di Nadal è però tanto lenta quanto inesorabile: 5-2, poi 6-4, quindi 6-6 (su un azzardo di Matteo, una palla corta). Fino al 6-8, che regala al maiorchino un set che probabilmente mai avrebbe pensato potesse sfondare il muro dell'ora e un quarto di durata.

Lo schema rimane sostanzialmente inalterato anche nel secondo set: Nadal attacca, Berrettini rintuzza. E sembra funzionare, se è vero che Matteo mantiene un altro turno di servizio dopo dieci punti, annullando anche le palle break numero sette e otto della partita di Nadal (che ancora non se n'è portata a casa nemmeno una). Arriverà anche la nona, ancora una volta annullata dall'italiano in un terzo game un po' meno teso, ma l'impressione che il pendolo del match stia iniziando a pendere verso re Rafa è palpabile: il 3-3 del sesto game matura dopo che Berrettini è riuscito a prendersi un solo punticino nei tre turni con Nadal alla battuta. E alla fine il fortino romano cade al settimo game, che lo spagnolo si prende con un break point quasi immediato mentre Berrettini è appena a 15. Reagire a questo punto diventa una missione quasi impossibile, serve un ulteriore cambio di passo che Matteo non ha più nelle braccia e nelle gambe (anche se probabilmente nella testa e nel cuore sì). Il set finisce senza ulteriori scossoni: ognuno conserva il turno di battuta.

Berrettini ci prova, in un terzo set che si apre con un game eterno e massacrante: dieci punti, esattamente come il set precedente, ma stavolta le pile stanno finendo e al primo break point Nadal si prende tutto. Si tratta solo del punto dell'1-0, ma vale molto di più. Di fatto è il lasciapassare per la finale, anche se farlo capire a Berrettini è dura: Matteo si prende il terzo game senza lasciare punti a Nadal, quindi si toglie lo sfizio di annullargli altri tre break point sul 3-1. Il maiorchino però stavolta non lascia feriti lungo il cammino, e la quarta palla break è quella giusta: secondo servizio perso per Berrettini, che non tornerà più in partita e dovrà accontentarsi di un 6-1 finale, ingeneroso per quanto mostrato durante l'intero match. Ma le parole dello stesso Nadal valgono più di qualsiasi freddo numero: "Il futuro è tuo, Matteo. Diventerai un campione". I semi sono già stati piantati in questo 2019, in quel meraviglioso parco nel cuore di New York chiamato Flushing Meadows.

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