"Questa stagione è il frutto di anni di lavoro fisico, tecnico, mentale. Cura dei dettagli e impegno". Così la sciatrice azzurra Federica Brignone, nel corso di un'intervista al Corriere della Sera. "L'obiettivo è esprimere il mio miglior sci, fare le gare a 'tutta' - spiega -, il risultato non dipende solo da me. A mio favore c'è il fatto che sto bene: se metto in pista il 100% può valere qualcosa di importante". Restare a questo livello a 34 anni, sottolinea, "è la cosa più difficile: dedizione, continuo miglioramento della tecnica e della persona". L'obiettivo è "vincere anche in altre discipline: mi sento sempre più sicura. È il lavoro di anni, di un'intera carriera". La vittoria nella discesa, dice, "era uno dei miei obiettivi: li avevamo messi a punto con mio fratello Davide (l'allenatore di Federica ndr), prevedendo allenamenti specifici. Da anni ci concentriamo sulla scorrevolezza, sul distribuire i carichi per essere più veloci in discesa, per impostare le curve più lunghe". Brignone dice di non temere la discesa ma di aver più paura "in slalom", dove "ho meno spazio d'azione, non mi sento a mio agio e tendo a sbagliare". Poi la sua vita privata, a partire dal compagno di cui non ama parlare, "soprattutto per lui: non ha voglia di stare sotto i riflettori. Si chiama Davide, un nome ricorrente nella mia vita". Lui "lavora nell'ambiente dello sci, sa che cosa faccio e quali sono i sacrifici. Non è facile stare insieme a una con una vita come la mia, lui mi capisce e mi sostiene". Ma Brignone ci pensa a mettere su famiglia? "Sì, non ora. Vorrei avere dei bambini e dedicare loro le attenzioni che i miei hanno dedicato a me e a mio fratello Davide. Trasmettergli energia e passione per la vita". Poi il cambiamento climatico, che in montagna può toccare con mano. Nonostante i discorsi sul clima di Trump, afferma di continuare a "vedere tanta attenzione" sul tema. "Cerco di fare il massimo per il pianeta, porto avanti lo stile di vita che ho sempre avuto, credo ai valori con i quali sono stata educata in famiglia. Oggi ancora di più", aggiunge Brignone, che afferma poi di comprendere la scelta di Jannik Sinner di non andare al Quirinale. "Bisogna capire anche la vita degli atleti: viaggiare è pesante e lo è anche incastrare tutto con gli allenamenti", sottolinea Brignone, "so cosa vuol dire girare per il mondo, cambiare hotel ogni due giorni, abituarsi ai fusi orari. Ore di macchina per raggiungere i luoghi d'allenamento, poco fa ne ho fatte sette. Alla fine viaggiare meno incide sulla fatica e quindi sulla prestazione. A questo livello, conta tutto". Da Sofia Goggia dice di aver imparato "a guardare cosa posso fare di meglio esclusivamente per me, a valutare meglio le scelte. E che con la decisione e l'atteggiamento si può ottenere davvero tanto. Mi ha spinto a mettere un po' più di carattere quando le cose sono complicate". Le rivali più forti affrontate, secondo Brignone, sono "Shiffrin e Gut, mostri sacri. Mikaela è la più vincente della storia, Lara la più forte di sempre in superG".