Tutti conoscono l'haka, la tradizionale danza maori che gli All Blacks - riconosciuta potenza nel mondo del rugby - hanno portato in giro per il mondo, ma non tutti sanno che c'è un'altra squadra che prima di ogni partita canta e danza di fronte agli avversari. Sono i "Tall Blacks". Il nome, a primo avviso fa sorridere ma non è un errore né una presa in giro. Si tratta ìdi un gioco di parole per indicare la nazionale di pallacanestro della Nuova Zelanda: "Tall Blacks" con la lettera "T" davanti alla "A" perché "Tall" in inglese significa alto mentre "black" è il colore della divisa. L'identificazione della squadra col nomignolo è totale, al punto che una delle divise da gioco della nazionale ha appunto la scritta 'Tall Blacks' al posto della tradizionale 'New Zealand'. In ogni caso, anche i cestisti neozelandesi indossano rigorosamente le maglie nere e, come i più celebri rugbisti, prima degli incontri danno vita alla loro tradizionale haka per chiedere rispetto e incutere timore agli avversari. A differenza degli All Blacks, i giocatori di basket della Nuova Zelanda non sono famosi e non hanno un palmares così ricco: in circa 70 anni tre Campionati di Oceania, sette partecipazioni ai Mondiali e due ai Giochi Olimpici. Dal 2017, poi, hanno collezionato due presenze alla Coppa d'Asia, conquistando anche una medaglia di bronzo nel 2022. La squadra, molto rinnovata per le defezioni o mancate convocazioni dei vari Reuben Te Rangi, Izayah Le'afa, Walter Brown, Sam Waardenburg, Tom Vodanovich, Shea Ili, Hyrum Harris, Tyrell Harrison e Finn Delany, e sotto la guida del nuovo coach Judd Flavell, è ora a Gedda, in Arabia, dove è impegnata per la Coppa d'Asia. Ha vinto il Gruppo D a punteggio pieno e si è qualificata per i quarti. Ma oltre che per le prestazioni, il pubblico del King Abdullah Sports City ha mostrato interesse e curiosità per la loro haka. La haka è una danza cerimoniale della tradizione maori, divenuta celebre nel mondo grazie alla squadra nazionale neozelandese di rugby che la esegue, fin dal 1905, prima delle gare. Prima delle partite, anche i Tall Blacks eseguono la propria haka. Quella attuale si chiama ""Pango Te Kahikatea" ed è stata composta e creata soltanto nel 2006 dall'ex giocatore Paora Winitana. Il testo racconta come i Tall Blacks hanno superato grandi avversità e sfide. Cita l'epopea della divinità Tane per recuperare dagli inferi i tre cesti (baskets) della conoscenza. "Non c'è nulla di violento", ha spiegato lo stesso Winitana. Di certo, nella danza dei "Tall Blacks" non si mostra la lingua come avviene invece (a volte anche con il gesto del taglio della gola) per quella del rugby. Nel 2023 fecero il giro del mondo le immagini dei neozelandesi che affrontavano gli Usa in una partita dei Mondiali: la squadra a stelle e strisce rimase immobile a guardare gli avversari che sul parquet inscenavano la loro haka. La partita finì ovviamente con una vittoria degli statunitensi, per 99-72 e con Paolo Banchero miglior marcatore con 21 punti, ma la danza maori dei Tall Blacks impressionò pubblico e avversari.