SCHERMA

Abusi nella scherma, Di Francisca: "Dall'atleta uzbeca un atto di coraggio, ora provvedimenti adeguati"

La campionessa olimpica di fioretto a Londra 2012: "La scherma portatrice di valori, dispiace che venga sporcato questo ambiente"

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"La scherma è portatrice di valori, dispiace che venga un po' sporcato questo ambiente. È una cosa che non è mai successa, però aggiungo anche che è una vicenda figlia di questi tempi. Se ne sentono talmente tante di queste situazioni, e in tutti i contesti, che andrebbero rivisti l'educazione e i valori di questi ragazzi. Non c’è niente da fare. Credo che alla luce di questi fatti, si debba intervenire e spero si muova qualcosa a livello istituzionale nell'ambito dello sport, della scuola e della famiglia". Il mondo della scherma si trova schiacciato dalla brutta vicenda della campionessa di 17 anni di origine uzbeka, che ha denunciato abusi in occasione di un ritiro di scherma a Chianciano Terme, l'estate scorsa. Elisa Di Francisca, campionessa olimpica di fioretto a Londra 2012, esprime il suo dispiacere per la scioccante notizia. "È stata brava, è stata forte, ha fatto bene a denunciare - ha detto a Lapresse - Anche se è doloroso va fatto, è stato un atto di grande coraggio da parte sua - ha aggiunto - La denuncia da parte della vittima e il sostegno delle persone che sono vicine, nel crederle e nell'ascoltarla, sono fondamentali. Spero venga fatta chiarezza sulla vicenda, se fosse confermata sono certa che verranno presi provvedimenti adeguati anche da parte della federazione". 

La Procura di Siena continua a indagare su quanto accaduto e le parole dell'atleta uzbeka, rimbombano più forti che mai. "Sto cercando di non leggere le notizie che mi riguardano perché purtroppo mi fa male, malissimo. Rivivo la stessa angoscia. Mi guardo allo specchio e mi vedo come se fossi a pezzi, una persona danneggiata. Non riesco a dormire, fatico a concentrarmi, davanti a me vedo il buio. So che tutti sono preoccupati per me e questo mi dispiace". Lo racconta, in una intervista al Messaggero, la schermitrice 17enne uzbeka. "Ho paura. Come faccio a fare le gare se ci sono quei tre? Non posso salire in pedana e vedere di nuovo quelle persone, le stesse che mi hanno fatto del male. Mi mettono paura, ma io non voglio abbandonare la scherma...La sera siamo andati tutti nel bar di fronte all'hotel a festeggiare dopo le gare di Milano. Ricordo solo di aver bevuto qualcosa, poi il nulla. Mi sono svegliata in una stanza semi incosciente, non avevo energia, non potevo muovermi", racconta l'atleta. "Perché mi hanno fatto questo? Mi ricordo che uno di questi tre ragazzi, il maggiore di loro, in passato si era interessato a me, mi chiese quale fosse la mia stanza, ma mia sorella, che fa scherma anche lei, mi aveva protetto e lui se ne era andato" conclude la schermitrice, nella speranza che la delicata vicenda, possa trovare giustizia.

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