"Non me la sono piu' sentita di combattere dopo meno di un minuto. Ho preso un colpo al naso e ho perso l'equilibrio, non respiravo e quindi ho detto basta". A dirlo, in un'intervista alla Stampa, e' Angela Carini, la 25enne pugile azzurra che ieri ha abbandonato dopo 46 secondi il match olimpico contro l'algerina Imane Khelif, al centro delle polemiche per la sua ammissione in gara nonostante livelli di testosterone molto alti. "Ho voluto salire sul ring. Pensavo a mio padre, che per me e' un esempio di vita, e agli sforzi che ho fatto per essere qui. Questa per me era la mia Olimpiade e volevo percorrere l'ultimo chilometro", racconta Carini. "Mio padre e Dio hanno scelto questo percorso, per quanto mi riguarda rispetto tutte le avversarie", dice Carini, che sull'algerina spiega: "Non sono nessuno per poter giudicare. Non sono nessuno per prendere una decisione. Se questa ragazza e' qui ci sara' un motivo. Io ho combattuto e sono salita sul ring, come e' giusto che facessi" e, aggiunge, "non ho mai protestato. Non ho mai detto una parola. Mi adeguo alle regole, non decido io. Ho semplicemente detto che va bene e qualsiasi cosa succede c'e' mio padre con me. Mio padre ha voluto questo, lo faccio. Dio ha voluto questo, lo faccio. Va bene cosi'". E, conclude, "per me non e' una sconfitta. Io non ho perso, mi sono solo arresa con maturita'". "Esco a testa alta" e adesso "dico ciao alla boxe"