"Noi come il Leicester, ora battiamo anche l'Irlanda"
"Quella con l'Irlanda non è una partita inutile". Parola di Daniele De Rossi, che stimola i compagni che finora hanno giocato poco o niente: "Vogliamo chiudere a 9 punti, daremo solo un occhio agli altri gironi. Speriamo che chi scenderà in campo possa essere protagonista". Il centrocampista della Roma spiega le caratteristiche della Nazionale azzurra: "Grande compattezza, grande equilibrio tra chi gioca e subentra: questo è il segreto".
La forza dell'Italia sta nel gruppo: "Siamo un gruppo senza Hazard, Ibrahimovic o stelle che rubano l'occhio, a livello internazionale. Non abbiamo star come Pirlo. Io, per esempio, non mi sento tale. Ma ci vuole equilibrio nel giudicarci. La nostra compattezza manca a tante avversarie. E qui, chi subentra non è così distante tecnicamente dal titolare. Ora, comunque, c'è più attenzione a noi da parte di tutti. Ma restiamo realisti, ora non carichiamo questo gruppo di attese eccessive. Se dovessimo centrare la vittoria finale verremmo ricordati per sempre, come è accaduto al Leicester. Se quel miracolo di Ranieri fosse sfumato sul traguardo, sarebbe stato tutto diverso".
Poi abbiamo anche Conte: "Non voglio fare il ruffiano, ma un allenatore come Conte dà organizzazione, questo vale più di una rovesciata. Il suo futuro non ci interessa, lo conosciamo da prima di arrivare qui. Sarei stato sorpreso se fosse rimasto tanti anni in Nazionale, è un 'animale da campo".
ll match di mercoledì con l'Irlanda è solo il preludio a quello di lunedì prossimo, contro Spagna, Croazia o Repubblica Ceca. "L'Irlanda potrebbe avere più motivazioni di noi: daranno tutto, di più rispetto al 2012 quando li abbiamo affrontati. Non vogliamo fare regali a nessuno".
"A proposito di Roma, e tornando: nella mia città c'è gente che non distingue una noce di cocco da un pallone e commenta, critica, distrugge". Da più di dieci anni ogni intervento di Daniele De Rossi, in campo e fuori, lascia il segno. Magari non sempre è indovinato, ma certo risulta incisivo e non banale.
"Non ci siamo scocciati di sentire dire che non abbiamo talento - dice il romanista - ma c'è sempre da avere equilibrio nel giudicare". E lui cos'è, un difensore aggiunto? "Io - rivendica - non sono Pirlo né Iniesta ma mi marcano a uomo per 90 minuti. Chissà, mi avranno scambiato per qualcun altro. Cerco di fare il mio, quarto difensore ma anche attaccante aggiunto".
Dato che ci si trova, si toglie qualche sassolino dalle scarpe. "Tu dici che passeggiavo in campo - risponde a un cronista che gli chiede conto della sua rinascita - ma la mia stagione è stata buona: quando non sono stato infortunato, ho fatto bene anche con la Roma, ma quando la mia squadra vince senza di me si dice 'è fatta, ce lo siamo tolti di torno...Il mio rapporto con Roma è buono, ma con l'età ho imparato a non guardare troppo alle critiche: anche perché spesso chi da' certi giudizi non distingue un pallone da una noce di cocco... Ci vuole rispetto prima di sparare un giudizio: c'e' tanto lavoro e sudore dietro. Se dovessi mai fare il commentatore, non dimenticherò mai le parole questo concetto".