Tour du Rutor 2020, la lunga ... rincorsa

Presentata in Valle d'Aosta la prossima edizione di una delle grandi classiche dello scialpinismo

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Parte da lontano ma deve fare più strada rispetto al passato! La ventesima edizione del Tour du Rutor, una delle grandi classiche dello scialpinismo mondiale, è infatti in programma tra poco meno di un anno (dal 26 al 29 marzo 2020) e per l'occasione diventa ancora più “Extreme”, guadagnando una tappa, e che tappa …!

I giorni di gara diventano quattro (come alla Pierra Menta) ed è proprio questa la novità più sostanziosa annunciata alla due giorni di presentazione del TdR 2020 tra Arvier e Planaval (in Valgrisenche) dal direttore tecnico Marco Camandona e dal suo staff. Alpinista di livello mondiale, otto vette sopra gli ottomila metri al suo attivo, Camandona ed i suoi collaboratori hanno guidato la stampa specializzata alla scoperta dei dettagli del teatro di gara ed in ricognizione nei luoghi più spettacolari che saranno attraversati degli oltre settecento atleti (divisi in 350 squadre da due elementi ciascuna) che daranno vita alla prova.

Quattro giorni di gara appunto, più di novemila metri di dislivello positivo, 105 chilometri di fuoripista (60 di salita, 45 di discesa), sei chilometri di creste aeree a rendere l'itinerario ancora più selettivo e poi, per ogni giorno di gara, uno o più passaggi al di sopra dei tremila metri nel massiccio del Rutor che, con le sue cime ed il suo ghiacciaio, separa la Valgrisenche dalla valle di La Thuile. Separa ma al tempo stesso collega ed unisce perché appunto la grande novità della prossima edizione è l'aggiunta di una tappa all'itinerario, anzi della Tappa con la maiuscola: quella che darà il via al TdR. Partenza proprio da La Thuile, attraversamento del ghiacciaio del Rutor ed arrivo dopo una trentina di chilometri e 2600 metri di dislivello a Planaval, caratteristico villaggio della Valgrisenche che, insieme al “campo base” di Arvier a fondovalle, rappresenta il cuore pulsante del Millet Tour du Rutor Extreme.

Sarà un avvio di gara di grande appeal, dal sapore antico e modernissimo al tempo stesso, che andrà a ricollegarsi idealmente (ma non solo!) alle origini dell'evento: a quel “Trofeo del Rutor” che, nei primi giorni di luglio del 1933 (lo stesso anno della prima edizione del “gemello” Trofeo Mezzalama), segnò l'inizio di quello che – dopo una lunga pausa durata fino al 1948 ed un ulteriore, ancor più lungo intervallo fino al 1995 - sarebbe diventato il Tour du Rutor come lo conosciamo oggi: quello organizzato dallo Sci Club Corrado Gex (il terzo per importanza in Italia) ed in particolare dall'efficientissimo team formato da Camandona e da Barbara Luboz, alla testa di un “esercito” di oltre duecento tra volontari, guide alpine e tracciatori al lavoro tutto l'anno (non solo nei giorni di gara) per garantire la perfetta tracciatura del percorso e la massima sicurezza agli atleti, così da completare il quadro di un avvenimento che, al contenuto tecnico e sportivo di altissimo profilo, unisce la valorizzazione del territorio e dell'ambiente nel quale si svolge e naturalmente la promozione del turismo e di turismo ecosostenibile in particolare.

Dopo la tappa pirenaica di Altitoy e prima della Patrouille des Glaciers in Svizzera, il TdR 2020 rappresenterà inoltre la prova centrale della seconda parte della Grande Course 2019-2020, il circuito biennale che riunisce le grandi classiche dello scialpinismo e che, dopo la Pierra Menta di metà marzo e (purtroppo!) l'annullamento dell'Adamello Ski Raid (a causa delle condizioni meteo proibitive), chiuderà la sua prima parte sabato 27 aprile con il mitico Trofeo Mezzalama sul Monte Rosa, da Cervinia a Gressoney.

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