SCIALPINISMO

Millet Tour du Rutor Extrême: tre giorni di avventura "into the wild"

Un avvincente mix di novità, tradizione e iniziative collaterali per la ventunesima edizione dell'evento ruota intorno al massiccio del Rutor, tra Valle d'Aosta e Savoia

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Millet Tour du Rutor Extrême: tre giorni di avventura "into the wild" - foto 1
© Maurizio Torri

Tre tappe una più spettacolare dell'altra nel menu di Tour du Rutor Extrême, unica fermata (si fa per dire) italiana di La Grande Course, il circuito biennale che riunisce buona parte delle grandi classiche dello scialpinismo internazionale, in pratica con la sola eccezione della Pierra Menta. La ventunesima edizione dell'evento che collega ad alta quota Valle di La Thuile e Valgrisenche (separate dal massiccio del Rutor e dal Ghiacciaio omonimo che danno il nome alla gara) è in calendario nel fine settimana che va da venerdì 22 a domenica 24 marzo ed è stata presentata a stampa specializzata (sportiva ma non solo), operatori e addetti ai lavori martedì 5 marzo, nel corso di un press day ricco di eventi e sfaccettature, iniziato con la presentazione del Tour 2024 in una delle sale conferenze dell'Hotel Planibel di La Thuile (proprio nelle vicinanze della partenza della gara) e culminato con una visita nell'azienda agricola Quinson a Morgex (comune del fondovalle principale della Valle d'Aosta), a completamento nel senso enogastronomico della parte più propriamente sportiva dell'evento TDR. 

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© Stefano Jeantet

Il comitato organizzatore del Millet Tour du Rutor Extrême e i volontari dello Sci Club Corrado Gex hanno alzato il sipario sulla ventunesima edizione della più tecnica e spettacolare gara scialpinistica italiana con la conferenza stampa che si è tenuta martedì 5 marzo presso una delle sale conferenze di Planibel Hotel&Residence a La Thuile, proprio davanti allo schuss final delle piste più impegnative del comprensorio sciistico di una delle località valdostane più ricche di opportunità (tutto l’anno, non solo d’inverno e non solo sportive) dell’intera regione.

Millet Tour du Rutor Extrême: tre giorni di avventura "into the wild" - foto 9
© Stefano Jeantet

Disegnato sulle vette valdostane di La Thuile, Valgrisenche e Arvier, l’evento TDRX andrà in scena nella consueta formula a squadre da due elementi per il settore assoluto e individuale per le categorie giovanili. Per queste ultime saranno predisposti percorsi ad hoc, appositamente tracciati. Doppia valenza per la gara di quest’anno: sarà infatti unica tappa italiana 2024 del prestigioso circuito La Grande Course e prova finale di Coppa Italia FISI.Ormai in prossimità della chiusura della campagna iscrizioni per il settore assoluto (lunedì 11 marzo alle ore 24:00, i giovani avranno altri sette giorni di tempo) hanno “staccato” il loro pettorale oltre 130 squadre da 14 differenti nazioni.

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© Davide Ferrari

Al tavolo dei relatori della conferenza stampa, moderati da Silvano Gadin (voce ufficiale - e inconfondibile - dello scialpinismo italiano) sono intervenuti nell’ordine Renzo Testolin (Presidente Regione Autonoma Valle d’Aosta), Giulio Grosjacques (Assessore Turismo e Sport Regione Autonoma Valle d’Aosta), Mathieu Ferraris (Sindaco La Thuile) e Marco Mosso (Presidente Comitato Asiva).

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© Davide Ferrari

Archiviata la parte istituzionale, la presentazione è entrata nel vivo con il direttore gara Marco Camandona:

“Salvo sorprese dell’ultima ora, per le tre tappe avremo un innevamento ottimale e condizioni straordinarie. Stiamo lavorando per proporre agli atleti un TDR tecnico, nervoso, spettacolare e alpinistico, con una prima giornata che guarda al passato e che in parte ricalca la storica traversata del Ghiacciaio del Rutor, uno dei più grandi della Valle d’Aosta. Per noi sarà un orgoglio ricalcare le tracce dell’edizione del 1933, ovviamente con una gara rivista in chiave moderna. Sarà un’avventura per noi organizzatori e un’avventura per gli atleti. Ci avventureremo nel lato ‘wild’ del Monte Bianco. Troveremo immense valli incontaminate con dislivelli importanti che ci porteranno oltre i tremila metri di quota. Sarà una gara per grandi campioni, ma anche per amatori ben allenati e preparati. La volontà è di portare al traguardo il maggiore numero di coppie possibile. Ciò vuol dire che, se le condizioni meteo lo consentiranno, i cancelli orari saranno azzerati”. 

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© Stefano Gatti

Alla conferenza stampa erano presenti anche alcuni dei protagonisti più attesi del Tour ormai dietro l'angolo come Nadir Maguet e Francois Cazzanelli. Il popolare "Mago" di Torgnon forma con il francese Mathéo Jacquemoud (vincitore della ventesima edizione con il connazionale Samuel Equy) una delle coppie "indiziate" di vittoria finale. Punta ad un risultato di alto livello anche il forte alpinista di Cervinia che - come sempre più spesso avviene anche sulle vie più impegnative della Valle d'Aosta (e non solo) fa squadra con il cugino Stefano Stradelli. Sono "affari di famiglia" (ed in un senso ancora più stretto) quelli che legano il team formato da Gloriana Pellissier e Noemi Junod, mamma e figlia. Tanta curiosità e tanta simpatia per il team multigenerazionale che unisce una delle giovani scialpiniste più promettenti ad una delle beniamine dello sport outdoor made in VdA!

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© Stefano Jeantet

Come ricordato sopra, nella più recente ed epica edizione del 2022 ad imporsi in gara-uomini erano stati Mathéo Jacquemoud e Samuel Equy davanti ai nostri Davide Magnini e Matteo Eydallin. Francia anche sul terzo gradino del podio con Xavier Gachet e William Bon Mardion. In campo femminile Axelle Mollaret ed Emily Harrop avevano completato la doppietta prenditutto dei cugini francesi battendo le nostre Alba De Silvestro e Giulia Murada, mentre Marianna Jagercikova (Slovacchia) e Iwona Januszyk (Polonia) avevano sigillato il podio.

Grande scialpinismo, alta quota, agonismo, promozione del territorio e delle sue eccellenze enogastronomiche saranno il mix di una tre giorni memorabile. Per maggiori informazioni e iscrizioni: www.tourdurutor.com

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© Simone Fortuna

DAY 1 – LA GRANDE TRAVERSATA

Una vera e propria chicca nel menu della tappa con partenza dal centro di La Thuile e arrivo a Valgrisenche. Un “garone” con ben 2400 metri di dislivello in salita che ricalcherà l’itinerario originale del 1993,ovvero della “prima edizione” del Tour du Rutor (allora denominato Trofeo del Rutor). Si tratta di una spettacolare traversata su uno dei ghiacciai più grandi della Valle d’Aosta. Una giornata memorabile che metterà a dura prova tutti i concorrenti e che era già stata programmata due anni fa ma poi abbandonata per un percorso di riserva a causa delle proibitive condizioni meteo dell'epoca.

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© Stefano Jeantet

DAY 2 – INTO THE WILD

Per la seconda giornata si tornerà in Valgrisenche, ma in vero TDR Style. Rispetto al passato verrà proposta una tappa più moderna con tre salite e un tratto alpinistico della cresta che porta alla cima Alpe Vielle (punto più alto a quota 2963 metri), per poi scendere nel vallone di San Grato (al confine con la Francia) e risalire su un pendio incontaminato che porterà ad una nuova picchiata, questa volta verso il traguardo. Si affronteranno in totale di 2100 metri di salita. La tappa intermedia del TDR 2024 è stata appositamente studiata per dare respiro agli atleti e permette loro di recuperare le energie dopo un primo impegnativo giorno e in vista del gran finale sulle vette del Rutor (massima elevazione i 3486 metri della Testa del Rutor) e dello Château Blanc.

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© Stefano Jeantet

DAY 3 – IL GRAN FINALE

Dal passato al presente. La terza tappa andrà in scena dove è nato il TDR moderno, con partenza e arrivo dalla località di Planaval (metri 1554 di quota) nel comune di Arvier. La giornata finale prevede uno spettacolare anello intorno allo Château-Blanc, lungo un itinerario che porterà gli atleti sulla vetta a quota 3422, dopo avere superato gli alpeggi Orfeuille (1982 metri) e Plan-Petet (2.282). Il dislivello positivo dell’ultima tappa ammonta a 2300 metri circa.    

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© Millet Tour du Rutor Extrême PressOffice

Torniamo a Camandona che, lo ricordiamo, è alpinista di fama planetaria. Nel suo palmarès ben dodici dei quattordici ottomila del pianeta e il ruolo di frontman della spedizione delle Guide Valdostane sugli ottomila del Pakistan nell'estate del 2022. Come sempre, in vero TDR Style anche la ventunesima edizione avrà un occhio di riguardo per i giovani, per i non agonisti e per l’ambiente:

“Quella giovani, per noi, non è e non sarà mai una gara di contorno. I ragazzi sono il futuro e per questo da sempre proponiamo loro percorsi di livello di differente lunghezza e garantiamo loro massima attenzione.  Da quest’anno, con il supporto delle guide alpine, nella giornata di domenica, accompagneremo in quota anche chi non fa agonismo con l’iniziativa Team 85 che si rifà simpaticamente alla larghezza degli sci da turismo, è funzionale ad avvicinare sempre più gente al nostro mondo e sta ottenendo importanti riscontri. Millet Tour du Rutor Extrême inoltre non è solo sport, ma anche valorizzazione e tutela del nostro territorio. Ogni anno proponiamo un balisaggio minimo e riutilizzabile. Dopo il passaggio dell'ultimo concorrente, ciò che resterà lungo l’itineratrio di gara sarà solo la traccia lasciata dagli sci”.

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© Maurizio Torri

Organizzare una tre giorni dalla logistica così complicata, ovviamente, non sarebbe possibile senza il prezioso contributo degli oltre centocinquanta volontari e senza il supporto di enti pubblici e aziende private. È ancora Camandona a sottolineare il concetto:

“Con la loro passione e professionalità, i volontari sono da sempre il valore aggiunto del TDR. Non mi stancherò mai di ringraziarli e di ringraziare chi ci supporta: in primis il nostro main sponsor Millet. Avere al nostro fianco un brand di fama mondiale è per noi motivo di orgoglio e soddisfazione. Un grazie di cuore va poi agli enti pubblici locali e a tutte le aziende private. Stiamo vivendo momenti non facili dal punto di vista economico, ma nonostante tutto in molti continuano a credere in noi. Ciò vuol dire che in questi anni abbiamo lavorato bene e ci siamo costruiti una credibilità a livello internazionale”.

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© Davide Ferrari

Affidato al direttore percorso Roger Bovard il compito di "sorvolare" l'itinerario di gara, integrando la descrizione generale (vista sopra) con alcune considerazione specifiche che non sfuggiranno ai più esperti e soprattutto ai candidati finishers del TDR. Suggerimenti da... materiale obbligatorio, perché arrivano dalla sua grande esperienza di Guida Alpina (proprio di Valgrisenche) e di alpinista di livello mondiale, lui pure nel dream team della spedizione delle Guide Valdostane sugli ottomila del Pakistan dell'estate del 2022:

“La prima tappa è un ‘garone’ da ben 2400 metri di dislivello in salita che ricalcherà in parte l’itinerario del 1933, vale a dire una spettacolare traversata su uno dei ghiacciai più grandi della Valle d’Aosta e delle Alpi. Fidatevi, sarà una giornata memorabile con una vera e propria picchiata finale. Per quanto riguarda la giornata centrale del Tour, beh Valgrisenche e Alpe Vielle sono nomi ormai familiari a chi mastica di scialpinismo, anche al di fuori della nostra valle. Rispetto a quella d’esordio, la seconda tappa è più moderna e nervosa, con tante salite, discese, canalini, cambi d’assetto e tratti alpinistici in cresta. Tutti gli ingredienti per memorabile giornata in vero stile La Grande Course. Quanto alla terza ed ultima giornata di gara, la tappa di Planaval è un grande classico: il degno finale che tutti si aspettano, grazie allo spettacolare anello intorno allo Château-Blanc, senza dimenticare la discesa finale da duemila metri”.

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© Maurizio Torri

    

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