Storia dei capitali stranieri nella provincia italiana

Il Como ultimo piccolo club italiani in mani straniere

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Blue is the color per Dennis Wise, 445 partite con la maglia del Chelsea. Lo è sempre stato e lo è ancora oggi, anche se tonalità e contesto sono cambiati, passando dal raffinato quartiere londinese di Kensington e Chelsea al fascino del Lago di Como. Poco più di un anno fa il Como è stato acquistato dalla Sent Entertainment Ltd, società inglese che si occupa di media e intrattenimento e il cui azionista di maggioranza è il magnate del tabacco indonesiano Robert Budi Hartono.
Wise lavora come consulente presso la Sent, e proprio con compiti di consulenza tecnica scenderà sulle rive del Lario per supportare il dt della società, Carlarberto Ludi, e agire da raccordo con il CEO Michael Gandler (ex collaboratore, tra le altre cose, di Erick Thohir all’Inter). Sulla carta tutto sembrerebbe girare al meglio, e non c’è un dubbio sui riflessi positivi, in termini di contatti e di immagine, che un ex nazionale inglese possa portare in una realtà di provincia. Tuttavia l’utilizzo del condizionale è d’obbligo, visto che raramente l’immissione di capitali stranieri in contesti italiani locali ha dato vita a progetti sportivi validi e di lunga durata. Come dimostrano i casi raccolti nel presente articolo.

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