Il Valencia sta diventando una barzelletta

Sette titolari venduti, zero acquisti, una squadra piena di riserve e canterani, una frattura insanabile fra la proprietà di Singapore e i tifosi. E come se non bastasse il Valencia è riuscito anche a mandare a quel paese Kondogbia, appena ceduto all'Atletico Madrid

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Il messaggio, pubblicato sul sito ufficiale del Valencia, ha fatto il giro del globo, sollevando legittime perplessità. E mai possibile che un club professionista comunichi la cessione di un suo tesserato augurandogli di “andarsela a prendere in quel posto”? Eppure è accaduto davvero, nessuno ha hackerato il portale valenciano: la cessione di Geoffrey Kondogbia all’Atletico Madrid è stata salutata dai vertici levantini con un mezzo insulto. C’era proprio scritto “bon vent i barca nova!”, che nella lingua della Comunidad Valenciana è un invito a infilare qualcosa proprio in un certo posto.

Nulla di nuovo sotto il sole verrebbe da dire, anche perché, da qualche mese a questa parte il Valencia sta diventando la barzelletta della Liga. La scorsa estate, nonostante il doppio esonero di Marcelino e Celades, la squadra non è riuscita a ottenere un piazzamento europeo e il presidente Peter Lim, magnate di Singapore, e amico fraterno di Beckham, Cristiano Ronaldo e Jorge Mendes, ha deciso di smantellare la rosa. Nello spazio di pochi giorni sono partiti quattro difensori, Piccini, Florenzi, Garay e Jaume Costa, è stato sbriciolato il centrocampo con le cessioni di Parejo, Coquelin e appunto Kondogbia, svenduto Ferran Torres al City di Guardiola e spedito il centravanti Rodrigo Moreno al Leeds di Bielsa.

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