Icons – Rudi Voeller

Ritratto di un campione senza tempo

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La palla arriva dalle retrovie. Nonostante un campo, l’Olimpico, al limite della praticabilità, il filtrante sfila via facilmente. Complice anche il mancato intervento di un difensore in maglia gialla. Al numero nove di casa non sembra vero: il suo killer instinct si accende. Gli ricorda che è un rapace. Soprattutto che in area di rigore, il suo regno, lui è l’unico signore e padrone. In quei sedici metri, quel tedesco ricciolone può tutto: decidere il suo destino, quello della squadra e chiaramente anche le sorti degli avversari.

Il tempo di trovare la coordinazione e il sinistro, non il suo piede preferito, sembra sul punto di esprimersi in tutta la sua bellezza. Sembra. Perché davanti al centravanti giallorosso si materializza un muro danese, tra l’altro in serata di grazia. Il ragazzone vestito di blu si chiama Peter Schmeichel e, in futuro, se ne sentirà parlare a lungo. Tra un anno si laureerà campione d’Europa: protagonista di una delle imprese sportive più importanti di sempre. Poi avrà anche il tempo di incidere il suo nome a fuoco nella storia della Premier League. Più precisamente in quella del Manchester United.

La palla, intanto, dopo un lungo batti e ribatti, finisce in calcio d’angolo. L’attaccante si guarda intorno: manca poco meno di venti minuti alla fine della gara e la sua Roma è ad un solo gol da una storica finale di Coppa Uefa.

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