Dalla porta di servizio

Vanno via dall'Italia come stelle, ma quando tornano...

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Sta diventando come un genere musicale che non passa mai di moda. La squadra italiana che cede, magari a peso d’oro, un giocatore all’estero; quello va, ma quando torna lo fa quasi di nascosto, e nella maggior parte dei casi con la coda tra le gambe, sinonimo di fallimento o giù di lì. La Serie A come ricostituente, da un po’ di tempo questo tipo di operazioni si accavallano: l’ultimo è Strootman, che dal Marsiglia è rientrato in Italia, al Genoa, in prestito, dopo essere stato venduto per 25 milioni dalla Roma all’OM nel 2018. Andiamo a vedere comunque dieci casi recenti.

ADRIAN MUTU
Ascesa e caduta di un enorme talento. Un attaccante straordinario al Parma, con il calcio che gli sgorgava letteralmente dai piedi, gol e assist, tra lui e Adriano, una delle coppie meglio assortite della Serie A del nuovo millennio. Fino a quando non arriva il Chelsea, è l’estate del 2003 e il romeno va in Inghilterra per 19 milioni di euro. Inizio spumeggiante, poi il crollo e dulcis in fundo la squalifica per consumo di cocaina con conseguente licenziamento da parte del club londinese. Un caso più unico che raro. A credere in lui sono rimasti in pochissimi, tra cui la Juventus, che con una gherminella di mercato riesce a parcheggiarlo al Livorno, dove non gioca mai, e poi a tesserarlo. Più porta di servizio di questa, difficile. Piano piano Mutu torna Mutu, alla Juve e alla Fiorentina, ma il Chelsea non si è mai dimenticato il danno d’immagine provocato da quella vicenda della cocaina e arriverà anni dopo una condanna durissima di risarcimento danni: 18 milioni. 

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