LA CONFERENZA

Italia, Immobile: “Accetto le critiche, ma non la cattiveria”

Il centravanti azzurro si toglie qualche sassolino dalle scarpe: “Sembrava io non facessi parte dei 26 che hanno vinto l'Europeo”

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"Quando indossi questa maglia le critiche fanno parte del gioco, ma mi dispiace a volte non avere avuto lo stesso trattamento degli altri, sembrava io non facessi parte dei 26 che hanno vinto l'Europeo e questa è una cattiveria gratuita". Così Ciro Immobile dal ritiro di Coverciano, dove insieme ai compagni sta preparando la gara con la Svizzera di venerdì a Roma, decisiva per le qualificazioni mondiali, cui seguirà la trasferta di lunedì con l'Irlanda del Nord. "So che i numeri che ho con la Lazio non sono gli stessi che ho in Nazionale, ma certi paragoni non si possono fare".

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"In azzurro giochiamo 7-8 partite l'anno e non sempre arriviamo al top della condizione - ha aggiunto l'attuale capocannoniere della Serie A - Io vorrei fare qui gli stessi gol ma non tutto ciò che desideriamo ci riesce. Comunque sono contento di essere tornato e ringrazio il ct per le bellissime parole che mi ha dedicato".

Il discorso si sposta poi sulla sfida alla Svizzera, che può già essere decisiva per l’approdo a Qatar 2022: "Siamo qui a lottare per un obiettivo importante, la qualificazione diretta ai Mondiali. Non voglio assolutamente passare per i playoff perché ho un bruttissimo ricordo – ha detto il centravanti ricordando la doppia sfida con la Svezia che escluse gli Azzurri da Russia 2018 - Quel ricordo è stato cancellato, è una pagina brutta della mia carriera calcistica. Anche perché crea tensioni e pressioni inutili, che non vanno bene prima di una partita così importante". Battere gli elvetici quindi "Sarebbe il gran finale – ha aggiunto Immobile - vivere queste competizioni è la cosa più bella del mondo. È una cosa a cui teniamo tantissimo tutti. Ci stiamo lavorando tanto, dopo la delusione del 2017 non deve essercene un'altra".

"Andare al Mondiale rappresenterebbe la degna chiusura di un ciclo per me e i compagni della mia generazione. Ci teniamo tutti moltissimo - ha concluso l'attaccante della Lazio ("Il gioco di Sarri mi aiuta anche in Nazionale") - Io voglio essere il centravanti della Nazionale ai Mondiali, è un sogno ed è un obiettivo che va perseguito con tutto me stesso. Ho sempre fatto così: sognavo di diventare calciatore, di fare l'attaccante, di vincere la Scarpa d'Oro, di diventare capocannoniere, di vincere l'Europeo..."

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