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Pole di Marquez a Motegi, Bagnaia&Bastianini a centro gruppo

L'otto volte campione del mondo della Honda torna in pole position dopo tre anni

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Il tifone di Motegi gli dà una mano ma Marc Marquez ci mette indubbiamente del suo in termini di classe e tempismo e stacca una memorabile pole per la Honda sulla pista di casa di Motegi. Con il Cannibale spagnolo in prima fila ci sono Johann Zarco (promosso dal Q1 con il migliore tempo) e Brad Binder: Honda, Ducati e KTM, frontline di uno schieramento più "aperto" del solito. Qualifiche indigeste per i piloti in lizza per il titolo: sesto tempo per Aleix Espargarò (+0.557), nono per Fabio Quartararo (+1.112), addirittura dodicesimo per Francesco Bagnaia, che non ha trovato il feeling con la sua Desmosedici sul bagnato. Peggio è andata ad Enea Bastianini che è caduto nel Q1 e dovrà prendere il via dall'esterno della quinta fila.

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Le prove generali le aveva fatte nella mattinata giapponese, Marc Marquez: migliore tempo nel secondo (ed ultimo) turno di prove libere, prima della cancellazione del terzo ed ultimo a causa della pioggia intensa. Noblesse oblige (se così si può dire), la guida morbida e delicata richiesta dal fondo stradale in precarie condizioni di aderenza gli ha agevolato un compito che resta però complicato a prescindere dalle condizioni meteo: quello di portare al limite una moto della premier class. Ed è dall'alto della sua... classe (ecco, appunto) che iI campione spagnolo ci riesce benissimo. Pur mettendo subito le mani avanti circa le sue ridotte chances in vista di un GP sull'asciutto (nel quale oltre al talento serve la forza che lui non ha ancora del tutto recuperato), Marc torna ad assaporare l'aria dell'altissima quota e ad impensierire la concorrenza: soprattutto quella più giovane ed interessata a prenderne il posto.

Marquez di nuovo in testa la gruppo quindi, a tre anni esatti dall’ultima pole position, messa a segno nelle qualifiche del GP del Giappone del 2019: l'ultimo disputato da queste parti prima di due cancellazioni consecutive a causa dell'emergenza sanitaria. Marc andò poi a vincere la gara, completando un tris di vittorie nella premier class a Motegi che era iniziato nel 2016 ed era proseguito nel 2018, con il memorabile intermezzo vincente di Andrea Dovizioso (ci piace ricordarlo!) e della Ducati nel 2017, in volata proprio su Marquez, al quale Dovi cinque anni fa contese il titolo iridato. Risultati giapponesi ai quali vanno aggiunte le precedenti vittorie di MM nelle categorie più piccole: nel 2010 in Moto3 e nel 2012 con la Moto2. Le pole positions del Cannibale salgono così a 91, così ripartite: 63 nella MotoGp, 14 a testa in Moto 2 ed in Moto3.

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Aperta da Marquez, la prima fila è completata da Zarco con la Ducati Pramac e da Binder con la KTM factory. Due piloti pronti a scattare all'arrembaggio al semaforo: il francese (a suo dire ostacolato proprio dal poleman) è sempre in caccia della vittoria numero uno, il sudafricano (che agguanta la prima fila della carriera in MotoGP) è in grande forma e pronto a dire la sua. Il paradigma della prima fila (tre moto diverse) si ripete con una certa regolarità nel resto dello schieramento di partenza. Grazie all'exploit di Marquez, alla crescita della KTM (due RC16 factory nella top ten) ed alla qualità di Aprilia, ma fondamentalmente perché - a differenza dei GP recenti - sulla pista di casa dei rivali nipponici la Ducati non esercita stavolta la supremazia da time attack alla quale la Casa di Borgo Panigale ci aveva abituati.

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Alle spalle dei primi tre ci sono appunto le due Aprilia di Maverick Vinales (+0.406) e di Aleix Espargarò (+0.557), separate dall'altro ducatista Pramac Jorge Martin, quest'ultimo promosso dal Q1 con il secondo tempo e staccato di 472 millesimi dalla pole. Espargarò è il... meno peggio piazzato dei tre piloti (più uno) in corsa per il titolo. Il leader della generale Quartararo non si spinge oltre la nona casella, a chiudere una terza fila Ducati-KTM-Yamaha aperta da Jack Miller con la Ducati Lenovo (dal quale era lecito aspettarsi di più, viste le sue qualità acrobatiche sull'asfalto bagnato) e proseguita da Miguel Oliveira (KTM factory), finito a terra nel finale.

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Quanto a Bagnaia, il primo inseguitore del Diablo accusa uno scarso feeling con la sua moto nelle condizioni meteo pessime di Motegi che (dopo il secondo turno di prove libere) avevano portato prima al rinvio e poi - come detto - alla cancellazione del terzo. Dodicesimo tempo per Pecco (a due secondi e 159 millesimi da Marquez), a chiudere la quarta fila. Davanti a lui ci sono Luca Marini (con la Desmosedici VR46) e il redivivo Pol Espargarò con la seconda RC213V di HRC. Bagnaia non riesce così ad approfittare delle (fin qui) scarse fortune giapponesi di Enea Bastianini che, in ritardo nell'unico turno del venerdì e privato della chance di migliorarsi nel Q2 del sabato mattina (causa pioggia, ovviamente), scala la classifica del Q1 ma scivola a terra... nel momento chiave. Quindicesimo tempo e quinta fila per Enea, che prenderà il via esattamente dietro al suo prossimo compagno di squadra Bagnaia ed in compagnia di altri due italiani che lo precedono nella classifica dei tempi: Marco Bezzecchi con la Ducati VR46 (ancora una volta battuto dal team-mate Marini) e Franco Morbidelli, che nei due giorni di prove di Motegi ha messo in mostra qualche spunto brillante con la Yamaha Monster, team che gli ha confermato la fiducia per la prossima stagione.

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Preceduto dai tre connazionali di cui sopra, Fabio Di Giannantonio occupa il lato interno della sesta fila e sarà affiancato al via da Alex Marquez e dal suo omonimo Alex Rins: Ducati, Honda e Suzuki. Scattando così indietro, lo spagnolo Rins ha davanti una missione difficilissima, al limite dell'impossibile, almeno in condizioni normali: quella di provare a regalare un ultimo exploit in patria alla Suzuki prima della conclusione dell'avventura della Casa di Hamamatsu nella MotoGP dopo il prossimo GP di Valencia, capolinea del Mondiale. A proposito di Sol Levante, nona fila solitaria per Takaaki Nakagami, in pista in condizioni imperfette dopo l'infortunio alla mano di Aragon. Il giapponese di Honda LCR finisce a terra senza conseguenze fisiche nel Q1 e si prepara ad un GP in salita, in tutti i sensi.

 

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