MOTOGP

Dovizioso amaro: "La Yamaha è Quartararo, per tutti gli altri è impossibile essere competitivi"

Il tre volte consecutive vicecampione della premier class pronto ad affrontare il capitolo conclusivo di un carriera ultraventennale.

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Nove Gran Premi all'alba per Andrea Dovizioso. In un'intervista concessa alla pagina web ufficiale della MotoGP il pilota romagnolo anticipa la decisione di chiudere la propri carriera nel Motomondiale, culminata in quindici vittorie nella MotoGP, il titolo iridato della 125 e diverse apparizioni sul podio finale delle tre classi. Alle prese con un'anonima stagione nella premier class, in sellla alla M1 del team WithU Yamaha RNF, il 36enne forlivese è però deciso a dare battaglia nella seconda parte del Mondiale in corso, che riparte la prima domenica di agosto in Inghilterra dopo la pausa estiva.

"Sicuramente non correrò, non ne vedo la ragione. Ho sempre detto che non fossi stato competitivo non avrei continuato perché, dopo vent'anni di carriera se fai fatica non ti diverti. Non mi sono neanche messo alla caccia di una moto per il prossimo anno, anche se spero di non finire la stagione così. È la prima volta nella mia carriera che mi capita di non essere competitivo ed è una cosa difficile da gestire. È cambiata la MotoGP, sono cambiati i miei rivali ed è cambiato il modo di guidare. Sono dettagli ma se metti tutto insieme... succede quello che sta succedendo quest'anno".

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Non cerca scuse, Andrea Dovizioso. Ventiduesimo (come le sue stagioni nel Motomondiale!) della classifica generale a pari punti (solo dieci...) con il compagno di squadra, il rookie Darryn Binder, il popolare "Dovi" non la manda a dire e rintraccia nella perfetta ed esclusiva simbiosi tra Quartararo e la M1 una delle cause della sua scarsa competitività, che è poi in realtà quella di tutti i piloti Yamaha. Non una novità, nella storia del motociclismo, anche limitandosi ai precedenti di Marc Marquez con la Honda e di Casey Stoner con la Ducati. 

"La Yamaha è una moto bella da guidare ma è strana e - se non la guidi come la guida Quartararo - è difficile andare forte. Se lui vince, una ragione c'è, ma significa anche che non ci sono altri modi per andare competitivi. Io e Morbidelli ad esempio guidiamo in modo diverso ma il risultato finale è simile. Capita spesso con le moto giapponesi: solo un pilota riesce a tirarne davvero fuori il massimo ed è quello che poi vince il titolo. È stato così per tanti anni con la Honda ed ora è lo stesso con la Yamaha".

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