FORMULA E

La Formula E diventa grande e ringiovanisce: Nyck "mano fredda" De Vries è il suo nuovo campione

Bilancio di fine stagione per il Mondiale elettrico nel quale la Casa di Stoccarda la spunta sia nel Mondiale Costruttori che in quello Piloti.

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Se nel Mondiale di Formula Uno un pilota olandese - Max Verstappen, naturalmente - sta provando ad interrompere lo strapotere Mercedes, in Formula E Le Frecce d'Argento si sono fatte amico... il nemico, puntando su un pilota dei Paesi Bassi - il neocampione Nyck De Vries - per vincere la scommessa elettrica, portando "faticosamente" a casa anche il titolo Costruttori, grazie al fondamentale contributo ed all'esperienza di Stoffel Vandoorne.

A ruote ferme - lo scorso inverno - ci si aspettava che potesse essere proprio l'ex pilota belga (Benelux a tutto spiano insomma... ) della McLaren il pilota di punta della campagna Mercedes nel Mondiale: quello più esperto ed affidabile, più... "quadrato", per così dire. In realtà, una sorta di corsia preferenziale verso il titolo il 26enne De Vries l'aveva imboccata subito, vincendo all'esordio stagione in gara-uno a Diriyah. Un successo che "Nyck The Quick" sarebbe poi riuscito a ripetere solo a primavera inoltrata (gara-uno di Valencia), passando attraverso una lunga serie di prestazioni non troppo brillanti (ritiri compresi) ma puntellando poi la sua candidatura con due provvidenziali secondi posti back-to-back nella recente doubleheader di fine luglio a Londra (Rounds 12 e 13 dei quindici totali  sui quali si è articolata Season 7)).

 

Per la prima volta nei suoi sette anni di storia quindi Formula E - e questo è un dato piuttosto significativo - sceglie un campione con una carriera ancora in gran parte da scrivere, rispetto ai vari Nelson Piquet Jr., Sebastien Buemi, Lucas Di Grassi, Jean-Eric Vergne ed Antonio Félix Da Costa che hanno "popolato" il suo albo d'oro dal 2014 allo scorso anno. Campione di Formula 2 con ART Grand Prix solo due anni fa, De Vries ha pure recentemente sentito accostare il suo nome alla Williams Formula Uno (non a caso spinta dalla power unit Mercedes) ma è molto più probabile che si ritrovi a difendere il suo fresco titolo al via della prima tappa del Mondiale elettrico del prossimo anno in Arabia Saudita, anche se l'impegno Mercedes in Formula E sembra fortemente in dubbio e probabilmente destinato a seguire il destino di BMW e Audi fuori da una specialità che oltretutto è ancora in cerca della "vera" Porsche.

 

Ad attendere al varco le "Frecce" saranno prima di tutto Jaguar e DS Techeetah, seconda e terza nella classifica finale dei Costruttori. La prima ha pagato a carissimo prezzo il blackout che - al via di gara-due di Tempelhof - ha impedito a Mitch Evans di portare il suo contributo di punti nel rush finale (oltre che di giocarsi fino in fondo le proprie chances iridate nel Mondiale Piloti). Il team cinese invece scende dal gradino più alto del podio che aveva occupato per tre stagioni consecutive. Molto meno incisivo e volitivo rispetto al passato Jean-Eric Vergne, regolare ma privo di acuti il campione uscente Da Costa, il Costruttore cinese non ha brillato nemmeno per strategia di gara nel doppio appuntamento berlinese, riuscendolo a spuntarla con il minimo vantaggio (166 punti a165) sulla "ritiranda" Audi Sport e su Envision Racing (quarte a pari merito appunto) per il terzo gradino del podio finale sul quale - tornando ai piloti - a fare compagnia al neocampione De Vries (99 punti il suo bottino finale, "quota 100" solo sfiorata) sono saliti Edoardo Mortara, secondo con 92 ed il rookie britannico di BMW i Andretti Jake Dennis, terzo con 91: uno in più di Evans, due in più di Frijns che chiudono la top five.

Per trovare i veterani della serie bisogna quindi scendere fino al sesto posto di Sam Bird (primo... ma solo dei delusi) che precede - nell'ordine ed a chiudere la top ten - Lucas Di Grassi ed i già citati Da Costa, Vandoorne e Vergne. Come dire che, avanzando negli anni, la Formula E giustamente ringiovanisce, trova nuove... energie, si ricarica insomma. Con la "mission" obbligata di crescere ancora, adesso che può pure godere dello status di Campionato del Mondo FIA.

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