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IL RITRATTO

La "piccola" Olanda e il suo grande campione: Verstappen contro tutti, il bello viene adesso?

Nella storia della Formula 1 il neocampione del mondo è di gran lunga il migliore dei quindici piloti olandesi al via di un GP del Mondiale.

di Stefano Gatti
12 Dic 2021 - 16:13

Da Carel Godin de Beaufort a Christijan Albers, da Gijs Van Lennep a Jan Lammers passando per Jos Verstappen (papà del neocampione), raramente prima dell'ingresso in scena di SuperMax gli esponenti della sparuta pattuglia degli "olandesi volanti" (una quindicina in tutto sui 770 piloti circa che hanno corso almeno un GP) avevano raggiunto le posizioni che contano,  tantomeno scatenato la fantasia e la passione della nazione "orange", molto ben rappresentata sulle tribune di Yas Marina per lo "showdown" finale! 

Fenomeno clamoroso, quello dell'identificazione (sportiva, s'intende) tra il campione della Red Bull ed un intero popolo. Certo, i numeri sono relativamente piccoli (la popolazione olandese si aggira sui sette milioni di persone) ma la portata del fenomeno stesso è davvero grande, magari anche in relazione al carattere non propriamente latino degli abitanti del Paese affacciato sul Mare del Nord. Fama prontamente smentita - nelle corse automobilistiche e motociclistiche - dalla passione del pubblico olandese in occasione del classico Dutch TT di Assen e - tornando all'attualità - dal recente bagno di folla "orange" del Gran Premio d'Olanda di fine estate sul rinnovato circuito di Zandvoort. Dove, appunto in occasione del ritorno della prova olandese in calendario dopo trentasei anni, Max ha dominato in lungo ed in largo quello che - più che un Gran Premio - ha a tratti rasentato la somiglianza di un "rave party" motoristico monotematico e monocromatico, quasi... inevitabilmente pre-destinato a trasformarsi in una pietra miliare della corsa di Max verso il titolo e lo "stop" ad uno strapotere targato Hamilton e Mercedes lungo sette anni, con un prezioso contributo - non dimentichiamolo - anche da parte di Nico Rosberg.

Che il titolo di Verstappen non venga dal nulla lo dice però prima di ogni altra cosa la qualifica (non ufficiale) di figlio d'arte. Lo sottolineiamo: Figlio d'arte, non figlio di papà. Certo, non siamo al livello di Graham e Damon Hill, di Keke e Nico Rosberg oppure anche (allargando un po' le maglie del parallelismo) di Gilles e Jacques Villeneuve, ma possiamo ipotizzare che i geni e più ancora la quotidianità abbiano in qualche modo ed in qualche misura orientato i sogni del bambino Max.

Centosette Gran Premi disputati in carriera (Max è già a quota 141), suo malgrado membro dello "scomodo" club dei piloti di squadra eclissati da Michael Schumacher alla Benetton, papà Jos vanta due piazzamenti "back-to-back" sul terzo gradino del podio nei due GP di Ungheria e Belgio proprio nel 1994, curiosamente raggiunti subito dopo il drammatico rogo della sua Benetton durante un rifornimento al GP di Germania ad Hockenheim. E le vette che al volante non ha nemmeno sfiorate, il 49enne Jos le raggiunge ora per "meriti" genitoriali e nelle vesti di ispiratore, guida ed "ombra" pesante ed influente del figlio, soprattutto ai primi passi della carriera del neocampione, che non fatichiamo ad immaginare parecchio impegnativi e commisurati alle ambizioni... di entrambi: padre e figlio.

Dopo aver collezionato titoli europei a ripetizione nei kart tra gli otto ed i quindici anni, il neocampione nato il 30 settembre 1997 ad Hasselt  (capoluogo della provincia fiamminga del Limburgo belga),  passa all'automobilismo vero e proprio nel 2014 e lo fa dalla porta principale: lo Red Bull Junior Team. Terzo nel Campionato Europeo FIA di Formula 3 e vincitore del Masters sull'asfalto amico di Zandvoort, dopo una sola stagione nella terza formula appunto, il "nostro" era già pronto per la sua prima stagione da pilota titolare in Formula Uno (il 2015), con la Toro Rosso che già aveva assaggiato nelle prove libere dell'anno prima a Suzuka, Austin e San Paolo. Dieci volte nella top ten della stagione del debutto (19 GP in totale), dodicesimo in classifica generale, Max "strappa" la Red Bull a Daniil Kvyat al Gran Premio di Spagna del 2016 che addirittura vince, grazie anche (soprattutto...) al clamoroso harakiri Mercedes messo in scena da Hamilton e Rosberg quattro curve dopo il via.

Resterà, quella clamorosa di Barcellona, la sola vittoria di Verstappen Junior nella stagione che laurea Nico campione del mondo, unico ad interrompere lo strapotere del Re Nero nell'era ibrida della Formula Uno fino... allo stesso Max. Il quale vincerà a Sepang ed a Mexico City nel 2017 (sesto nel Mondiale) e poi in Austria e di nuovo in Messico la stagione seguente. Per poi alzare il livello della sfida nel 2019 (vittorie a Spielberg, Hockenheim e San Paolo) e l'anno scorso (Silverstone e Abu Dhabi): risultati che valgono a Max il gradino più alto del podio in entrambe le stagioni ed in fondo... le prove generali per l'attacco al potere di Hamilton, portato a termine con successo. Grazie ad una stagione assolutamente straordinaria: fatta di nove vittorie, sette secondi posti e due soli ritiri nei venti Gran Premi fin qui andati in scena. Resta ora da capire - senza fretta! - se il colpo messo a segno nel 2021 si declina anche come una prima "crepa" nel regno di Hamilton (anzi la seconda, dopo il 2016 di Rosberg) oppure rappresenta un vero e proprio voltapagina: la chiusura forzata di un'epopea vincente (seguita a quelle di Schumacher, Vettel ma anche Alonso) ed il probabile inizio di una nuova storia di grande successo.

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