Il conto alla rovescia per il via del Mondiale il prossimo 5 luglio in Austria prosegue ma la definizione delle successive tappe del calendario resta incerta. Silverstone, Hockenheim, Hungaroring? Lo storico autodromo inglese, culla settant'anni fa della Formula Uno, è ancora la prima scelta. Scende in campo il Primo Ministro Boris Johnson, mentre la McLaren annuncia una riduzione della propria forza-lavoro.
Sotto tiro per il caso delle violazioni del lockdown da parte del suo superconsigliere Dominic Cummings, il Primo Ministro britannico si è espresso a favore dell'esenzione della Formula Uno e dei suoi protagonisti dalle disposizioni anti-covid che entreranno in vigore nel Regno Unito a partire dalla seconda settimana di giugno. La quarantena bisettimanale per chi fa il suo ingresso nel Paese mette a rischio il doppio appuntamento di Silverstone e non solo: impedirebbe alle tre squadre non basate in Inghilterra (Ferrari, Alfa Romeo e Alpha Tauri) di prendere parte agli eventi ma poi anche - ed a più lungo termine - limiterebbe drasticamente le possibilità di spostamento del personale delle altre sette che hanno sede nel Regno Unito, appunto. Visto dai suoi critici come una mossa per distogliere l'attenzione dal caso-Cummings, il sostegno di Johnson alla causa Silverstone deve essere letto anche come una forma di attenzione e preoccupazione per il futuro di quella che - in Inghilterra - è una vera e propria industria: quella del "motorsport" appunto, con migliaia di posti di lavoro ad alto rischio, se la quarantena impedisse a squadre, organizzazioni e aziende dell'indotto, di svolgere la propria attività.
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