MELBOURNE CHIAMA IMOLA

Ferrari allo specchio dopo Melbourne: la gioia di Leclerc, le spine di Sainz

Il prossimo appuntamento sull'asfalto amico dell'"Enzo e Dino Ferrari" rappresenta lo spartiacque delle ambizioni maranelliane

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Forse nemmeno nei suoi sogni più... mostruosamente proibiti Mattia Binotto poteva immaginare lo straordinario avvio di stagione delle Rosse. Roba che - al di là dei singoli exploits - non si vedeva da un paio di decenni. Logico attendersi tra due settimane ad Imola un'investitura... ufficiale di Charles Leclerc a candidato al titolo: da parte della pista e da parte dei vertici ferraristi (che sicuramente non mancheranno di presenziare) e la contemporanea necessità di rilanciare in tempi brevi Carlos Sainz, ovvero riposizionarne il ruolo. Almeno per quest'anno.

Sì perché saranno anche state le circostanze a disseminare di ostacoli e contrarietà il weekend australiano dello spagnolo ma tre indizi (nel senso di gran premi) fanno una prova. E se in Bahrein ed in Arabia Saudita aveva contenuto i danni (tanto è vero che occupa ancora il terzo posto della classifica generale), a Melbourne Carlos non si è spinto oltre la ghiaia della via di fuga del secondo dei 58 giri della gara, nel corso dell'ultimo dei quali Leclerc ha messo a segno il giro più veloce (nonché il terzo in altrettanti GP) di un gara dominata dal semaforo rosso alla bandiera a scacchi.

Occorre concedere a Carlos la chances di rimettersi "in squadra" tra Imola e Montecarlo, via Miami e Barcellona. Nella cabina di regia di Maranello però i tempi operativi sono necessariamente più stretti, perché la sfida con Max Verstappen e la Red Bull impone di approfittare del momento favorevolissimo e soprattutto richiede la perfezione. Lo ha a più riprese sottolineato lo stesso Binotto a caldo, nell'immediato dopogara di Albert Park. Senza snobbare il secondo posto di George Russell (37 punti contro i 71 di Leclerc), occorre provare ad incrementare il tesoretto di 46 punti di vantaggio su Verstappen che - chi lo avrebbe mai detto? - riveste il doppio e scomodo ruolo di campione in carica e di... sfidante ufficiale del capofila monegasco.

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Charles ha raggiunto - fin da subito - un feeling eccezionale con la F1-75: è probabilmente questa la principale ragione del suo stato di grazia del monegasco e del superiore rendimento del monegasco rispetto al compagno di squadra. Al madrileno serve come l'aria una performance all'insegna della discontinuità: invertire l'attuale inerzia insomma. Un passaggio non privo di rischi, perché la Scuderia non può (ancora) regalare niente alla concorrenza diretta. Da Maranello è uscita una monoposto vincente, al limite della perfezione in questo primo scorcio iridato. Occorre mantenere il vantaggio acquisito con una gestione altrettanto perfetta, a costo anche di scelte dolorose ma necessarie che peraltro si imporranno solo ed unicamente se e quando Sainz - per dirla ancora con le parole del Team Principal - "arriverà a mettere alle corde Charles". Fino ad allora lo spagnolo - alzando il livello della propria performance - sottrarrà punti alla concorrenza. A ruote ferme è tutto molto semplice e... perfetto.

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