Due Gran Premi in Italia nella stessa stagione non si registravano da quattordici anni: Monza e il Mugello oggi, come nel 2006 Monza e Imola. Dove il Mondiale tornerà tra un mese e mezzo, facilmente con Lewis Hamilton già (e per la settima volta) campione del mondo. Al netto di sorprese ed imprevisti che hanno movimentato l'ultimo GP d'Italia ed il primo (unico?) GP della Toscana, senza peraltro vedere la Ferrari tra i protagonisti, se non nella lista dei "cattivi".
La risposta al nostro titolo l'ha fornita al Mugello il presidente della Ferrari John Elkann: nessuna chance di tornare a vincere l'anno prossimo, nuove opportunità solo dal 2022. Lo aveva già detto il Team Principal Mattia Binotto tra Monza e Spa-Francorchamps e, visto che la Formula Uno è praticamente una scienza esatta ed il ricorso alla bacchetta magica non è contemplato dai regolamenti, conviene ormai mettersi il cuore in pace. Rimarcare gli errori con lo stesso tratto profondo della voglia di riscatto, ad iniziare da quella di Charles Leclerc. Pur concentrandosi al massimo sul 2021, è però imperativo da parte della Ferrari provare a portare avanti la stagione in corso all'altezza del proprio nome e, in buona sostanza, provare a lottare con Renault per la quinta piazza della Classifica Costruttori, visto che McLaren e Racing Point appaiono sulla carta irraggiungibili. Sulla carta e in pista.
Monza ed il Mugello, per lo svolgimento a tratti movimentato e (limitatamente a Monza) la classifica finale anomala, offrivano alle Rosse qualche chance di dare segni di vitalità ma (e pensiamo ancora al GP d'Italia) l'unico azzardo vero ha rischiato di costare caro al monegasco che sicuramente uscirà rafforzato nel carattere da un stagione (o due) così, però magari senza gli "eccessi" della Parabolica ventiventi.
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