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Dalle aspirapolveri alle auto elettriche il salto non c'è

Sir Dyson, il magnate britannico delle aspirapolveri, ha rinunciato al suo ambizioso progetto, ma produrr� comunque batterie allo stato solido

Tutto nacque un paio di anni fa quando Sir James Dyson, fondatore e proprietario dell'azienda britannica Dyson famosa soprattutto per gli aspirapolveri, annunciò al mondo di voler entrare nel mercato delle auto elettriche con l'intento di mettere in vendita un'automobile diversa da quelle già in circolazione. Lo scorso anno, ad agosto, Dyson aveva annunciato un piano con investimenti da oltre 2,5 miliardi di sterline (pari a 2,8 miliardi di euro) per la ricerca, compreso il settore dell'auto elettrica. Inizialmente

Il primo prototipo della nuova auto elettrica era stata messa in programma per il 2020, poi rinviata al 2021 perché l'azienda aveva bisogno di piú tempo. La produzione sarebbe dovuta avvenire a Singapore e Dyson aveva spiegato di essere al lavoro anche su batterie allo stato solido da utilizzare sui suoi veicoli. Il totale delle persone impiegate era circa 600. In questi giorni però è arrivato l'annuncio della rinuncia all'ambizioso progetto poiché, spiega Dyson, nessun acquirente si è dimostrato interessato. Il magnate inglese sostiene che, comunque, nessuno perderà il lavoro. Ciò nonostante, Dyson ha affermato che "questo non è il fallimento di un prodotto o il fallimento di un gruppo di lavoro, per il quale questa notizia sarà comunque dura da mandare giù. Ciò che hanno raggiunto è stato immenso, considerata l'enormità e la difficoltà del progetto". Non tutto andrà perduto: alcuni dei traguardi raggiunti in questi anni saranno infatti portati avanti per realizzare batterie allo stato solido, robot e sistemi di intelligenza artificiale.