Il gruppo guidato da Antonio Filosa investe come mai prima negli Stati Uniti: cinque nuovi modelli, un inedito motore e oltre 5.000 assunzioni
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Stellantis scommette sull’America. E lo fa con la forza di un piano da 13 miliardi di dollari (circa 11,2 miliardi di euro), il più grande investimento mai messo in campo nei cento anni di storia della filiale statunitense dell’ex Chrysler. L’annuncio, arrivato in anticipo rispetto alla presentazione del nuovo piano industriale globale, segna una svolta nella strategia del gruppo: riconquistare il mercato americano e consolidare la presenza produttiva in un contesto di forte pressione protezionistica e di rapida trasformazione tecnologica.
Cinque nuovi modelli e un motore inedito
Il piano di Filosa prevede il lancio di cinque nuovi veicoli “nei segmenti chiave del mercato”, un impegno aggiuntivo rispetto ai 19 modelli già in programma fino al 2030. A questi si affianca la produzione di un motore a quattro cilindri di nuova generazione, destinato a migliorare l’efficienza delle future Jeep, Dodge e Ram, e la creazione di oltre 5.000 posti di lavoro distribuiti tra Illinois, Ohio, Michigan e Indiana. «Il successo in America – sottolinea Filosa – ci rende più forti ovunque. È qui che Chrysler è nata e dove il marchio ha costruito parte della sua leggenda. Oggi vogliamo scrivere il prossimo capitolo di quella storia.»
Illinois: ritorno alle origini
Cuore del piano è la riapertura della Belvidere Assembly Plant in Illinois, chiusa nel 2023. Stellantis investirà oltre 600 milioni di dollari per riportarla in attività e ampliare la produzione dei SUV Jeep Cherokee e Jeep Compass, con un avvio previsto nel 2027.
La fabbrica diventerà un polo strategico per la produzione medio-alta di Jeep destinate al mercato americano e creerà 3.300 nuovi posti di lavoro, segnando uno dei più importanti interventi industriali degli ultimi anni nel Midwest.
Ohio: un nuovo pick-up per Toledo
Il secondo grande capitolo del piano riguarda l’Ohio, dove Stellantis destina 400 milioni di dollari al potenziamento del Toledo Assembly Complex, sede storica della produzione Jeep. Qui nascerà, dal 2028, un nuovo pick-up di medie dimensioni, pensato per affiancare Wrangler e Gladiator. L’operazione, che prevede anche l’adozione di tecnologie di produzione più avanzate e l’ampliamento delle linee di componentistica, genererà circa 900 nuove assunzioni. Parallelamente, investimenti mirati rafforzeranno la Toledo Machining Plant, specializzata in componenti meccaniche di precisione.
Michigan: il nuovo SUV elettrico
Nel Michigan, lo Stato simbolo dell’automotive americano, Stellantis investirà 230 milioni di dollari per due progetti distinti.
Il primo, da 100 milioni, riguarda la riconversione del Warren Truck Assembly Plant per la produzione di un nuovo SUV di grandi dimensioni, disponibile sia con motore termico sia in versione elettrica a range esteso. Sarà un modello chiave per la gamma Jeep e dovrebbe arrivare sul mercato nel 2028, generando oltre 900 posti di lavoro. Il secondo intervento, da 130 milioni, servirà ad aggiornare il Detroit Assembly Complex - Jefferson, dove nascerà la nuova Dodge Durango dal 2029, confermando l’impegno di Stellantis a mantenere viva la produzione nel cuore industriale di Detroit.
Indiana: il motore del futuro
Infine, in Indiana, il gruppo conferma i piani già annunciati per la produzione del nuovo propulsore GMET4 EVO, un quattro cilindri di ultima generazione progettato per combinare efficienza, prestazioni e compatibilità con carburanti alternativi.
La produzione partirà nel 2026 negli impianti di Kokomo, grazie a investimenti superiori ai 100 milioni di dollari e alla creazione di oltre 100 posti di lavoro. Il motore, sviluppato internamente, rappresenta una tappa fondamentale nella strategia di transizione tecnologica di Stellantis, che punta a ridurre le emissioni senza abbandonare completamente i motori a combustione.
Una nuova sfida americana
Con questo piano, Stellantis non solo rilancia il proprio ruolo negli Stati Uniti, ma cerca anche di proteggersi dalle barriere commerciali e di garantire maggiore autonomia produttiva in un mercato chiave, dove la domanda di SUV e pick-up resta altissima.
In prospettiva, l’obiettivo è ambizioso: aumentare del 50% la produzione americana rispetto ai livelli attuali, trasformando il continente nordamericano in un pilastro industriale e tecnologico per l’intero gruppo.