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Cuore tifoso Napoli: modulo (e certezze) cercasi

Meno gol presi ma anche meno fatti: Ancelotti approfitti della sosta per prendere una decisione

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Ma che sapore ha questo pareggio di Torino? È leggermente insipido, non resta sullo stomaco e permette di guardare oltre la sosta ad una squadra diversa rispetto all’ultimo periodo. Delle ultime 4 partite, il Napoli ne ha persa una (in casa con il Cagliari), ne ha vinta una (col Brescia) e ne ha pareggiate due, gli 0-0 di Genk e di Torino. Due soltanto i gol segnati in questo miniciclo di 4 gare attestano anche un’inversione di tendenza rispetto alle prime cinque gare di inizio stagione.

Getty Images

La formazione di Ancelotti cominciò in maniera pirotecnica, con 4 vittorie, una sola sconfitta all’Allianz contro la Juventus e 15 gol segnati, vale a dire la media di 3 reti per ogni singola gara. Cosa è successo si sa, molto è dipeso dalla frequente variazione nel sistema di gioco. Si era cominciato con il solito 4-4-2, anche se in fase offensiva diventava 4-2-3-1, tanto da permettere agli azzurri di essere insidiosi, offensivi e nel contempo anche perforabili. Poi, l’atteggiamento cambiò e la squadra rimase sul 4-4-2 con una propensione ad attaccare soprattutto al centro.

Ciò provocava da un lato l’esaltazione degli attaccanti centrali, Mertens-Milik-Llorente e l’imbarazzo di quelli che sanno fare gol solo quando partono dalle corsie esterne, cioè Insigne e Lozano. Ieri sera l’ennesima variazione, forse temporanea, visto il Torino schierato con la difesa a 3 e con il desiderio di fare allargare i tre centrali granata: per la prima volta Ancelotti ha utilizzato il 4-3-3, dopo averlo mandato in pensione alla terza giornata dello scorso campionato.

Lo ha fatto, forse, anche per dare una chance ai due calciatori che più manifestavano il loro disappunto per l’impiego costante da punta centrale o da esterno di centrocampo. Insigne lo faceva con una forma di contestazione costante al coach, che aveva portato anche la punizione di Genk, mentre il messicano si era ormai chiuso nel silenzio e in un appassimento per nulla coerente con la sua storia di talento. Lozano ed Insigne sono stati gli unici due cambi della ripresa, al 61’ ed al 67’: sarà stato un caso, oppure Ancelotti avrà voluto dare loro un altro segnale, dimostrandogli che pur utilizzandoli lì dove loro preferiscono, il risultato non cambia? La speranza è che non sia così, che questa sottile guerra dei nervi all’interno dello spogliatoio non esista. Il Napoli ha bisogno di ritrovare certezze e serenità durante questa sosta, ma soprattutto, Ancelotti deve individuare il modulo che permetta al Napoli di tornare in lotta per lo scudetto.  

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