Spalletti e quell'istinto di sopravvivenza

L'Inter contro la Roma va sotto, la riprende poi decide di accontentarsi. Perché Lautaro-Joao Mario?

di
  • A
  • A
  • A

Si, sono leggermente infastidito, nonostante tutto. L'Inter ha giocato una partita discreta, nulla più, non enfatizziamo, non è il caso. Ha rischiato di segnare all'inizio, ha preso il solito gol uno contro tutti e tutti guardano, l'ha pareggiata col croato che vuol partire a fine stagione, sembrava averla in totale controllo. Qui, purtroppo, sono usciti limiti che non ti aspetti dal tuo tecnico. Il quale, invece di continuare a spingere sull'acceleratore (avevi Keita da spendere) decide, tra lo stupore non so se generale, mio senz'altro, di togliere Lautaro ed inserire Joao Mario.

Istinto di conservazione puro. O il sosia di Joao Mario, vedete Voi, autore di un quarto d'ora da brividi violenti. Roba che Hitchcock, al confronto, un dilettante; con annessa palla persa al minuto 91 sulla quale San Samir ha compiuto un vero e proprio miracolo.

Certo, scrivere non è come essere in campo, vedere da vicino i tuoi, guardarli negli occhi e scegliere l'opzione corretta. Ma quel cambio mi ha lasciato pensare che va bene tutto quanto scritto sopra, però due conti Luciano nostro deve esserseli fatti. I risultati della giornata avevano detto bene, eri riuscito a raddrizzare una situazione pericolosa, nonostante la solita incapacità di sviluppare gioco se non attraverso un titic titoc figlio di un 4231 obsoleto e stantio, ringraziando sempre e comunque di avere in rosa Borja Valero, che avrà si trentaquattro anni ma possiede più fosforo del resto della squadra messa insieme, quindi per quale motivo rischiare di compromettere la partita rischiando più del necessario, dal momento che la Roma era davvero fisicamente ai minimi termini?

Il ragionamento non fa una piega, sia chiaro, visto oltretutto che sotto di uno Spalletti aveva tolto l'assente Nainggolan (oltretutto assente non giustificato) per fare spazio a Mauro Icardi, con evidenti evoluzioni in positivo. Cambio coraggioso, dunque. Ecco, io avrei tanto desiderato lo stesso coraggio al minuto 79. Avrei tanto desiderato provato a dare il colpo di grazia all'avversario, sportivamente parlando. Avrei tanto desiderato che si, capisco conti, conticini, addizioni e sottrazioni, ma qualche volta mi piace pensare di essere l'Inter, di essere più forte dell'avversario di turno, di provare a metterlo sotto. Avrei tanto desiderato riascoltare l'urlo, l'incitamento, il ruggito che solo il Meazza riesce a trasmetterti, quando sai come trascinarlo.

Ma capisco, è un momento così, dobbiamo accontentarci. Anche un punticino ottenuto con la calcolatrice ha il suo peso. E, forse, alla fine avrà avuto ragione Spalletti.

Alla prossima.