OGGI CON DE CARLO

Cuore tifoso Inter: ragazzi, non vi fermate

Il pericolo di credere troppo in se stessi dopo alcune vittorie. Se la squadra vuole vincere non deve mai rallentare. Mai

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La vittoria sul Milan di sabato sera rappresenta la migliore prestazione dell’Inter da inizio stagione. Forse non poteva andare diversamente, nel senso che o veniva fuori una prestazione sotto tono e dunque davvero preoccupante, oppure ne sarebbe uscita una partita del genere, con una vittoria che avrebbe messo a tacere le tensioni. E’ andata così, come già in passato, con una squadra che oltre allo stimolo del derby, voleva mettere a tacere le critiche dopo la pessima partita con lo Slavia.

L’Inter ha funzionato perché la squadra è tornata a muoversi coralmente, a pensare in modo omogeneo e a creare geometrie. La stessa squadra che mercoledì farfugliava calcio, col Milan pensava e agiva simultaneamente, esprimendo il suo valore con un possesso palla tutt’altro che banale perché in grado di produrre almeno tre clamorose palle gol nel giro di 25 minuti. Poco prima della mezzora il Milan ha però tenuto troppo a lungo l’iniziativa e non vanno dimenticate le due sanguinose palle perse dal pur bravo Sensi, una delle quali stava per causare il vantaggio rossonero. In un caso è stata la mano di Kessie a cancellare il gol milanista, in un altro l’intervento provvidenziale di Asamoah su Suso, solo davanti ad Handanovic.

L’Inter subisce pochissimi gol ma in partite come queste farebbe bene a migliorare nelle iniziative e nelle marcature preventive degli avversari. Oltre al discorso tecnico che esalta la squadra, va fatta una considerazione sul difficile ambiente nerazzurro. Conte in pochi giorni ha dovuto gestire il pareggio gravissimo contro lo Slavia Praga, lo scambio di vedute tra Brozovic e Lukaku, capire perché la cosa sia stata reclamizzata dall’interno sfruttando la sponda della stampa e preparare il derby, rimettendo a posto i fattori del gioco che sembravano essere stati dimenticati nella serata di Champions.

Il successo sul Milan restituisce molto più di uno slancio di serenità, perché regala il primo mattoncino della fiducia, il primo vero attestato di benemerenza, dopo aver sconfitto la prima rivale importante della stagione. Non basta però, perché la piazza dell’Inter si infiamma facilmente ma si sgonfia in un amen, senza preavviso. Mercoledì sera c’è poi la classica partita, in casa contro la Lazio, che l’Inter ha sempre trovato non facilmente digeribile. Il primo posto solitario è bello da vedere ma vincono anche gli altri: dalla Juventus al Napoli, passando per la Roma, e ora arriva un ciclo di partite dentro le quali bisogna entrarci con la testa, il vero limite dell’Inter. Il calendario propone in due settimane: Lazio, Samp a Marassi, Barcellona al Nou Camp, dove portare via almeno un punto sarebbe determinante e la Juventus a San Siro. Questo ciclo ci dirà davvero quanto è lecito sognare.

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