La Marathon des Sables è una corsa leggendaria

Cosa significa partecipare alla danza del deserto

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«Sulle sabbie del deserto come sulle acque degli oceani non è possibile soggiornare, mettere radici, abitare, vivere stabilmente. Nel deserto come nell’oceano bisogna continuamente muoversi, e così lasciare che il vento, il vero padrone di queste immensità, cancelli ogni traccia del nostro passaggio, renda di nuovo le distese d’acqua o di sabbia, vergini e inviolate». Sono queste alcune delle parole che Alberto Moravia utilizza per descrivere il deserto del Sahara nei suoi anni di lavoro in Africa tra il 1975 e il 1981 come corrispondente. Un luogo inospitale, da cui non si può far altro che scappare per evitare di esser inghiottiti dal tempo e dalle forze naturali. Uno scenario pericoloso in cui il rischio di rimanere intrappolati è sempre dietro l’angolo. Timori che qualche anno dopo non sarebbero stati minimamente presi in considerazione da Patrick Bauer. Il noto maratoneta francese nel 1984 attraversò a piedi e in solitaria il deserto del Sahara. Una corsa di 350km che riuscì a compiere in dodici giorni potendo contare solo sul proprio equipaggiamento e non imbattendosi in neanche una piccola oasi o comunità del luogo.

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