L'Atalanta è pronta per vincere lo scudetto

Come è cambiata quest'anno la Dea

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L’avevamo data per spacciata, come ogni anno, l’Atalanta di Gasperini. Non può ripetersi, pensavamo. Un anno la frattura col Papu, l’anno dopo quella con Ilicic (rientrata) e Muriel (mai esistita probabilmente): sarà pure bravo Gasperini, ma alla fine pagherà il suo carattere coi risultati negativi, credevamo. Certo, come no. Mentre noi chiacchieravamo, l’Atalanta tornava a correre, a giocare il solito meraviglioso calcio, soprattutto a vincere. Ecco, quest’anno la Dea a differenza degli scorsi campionati sembra avere reale consapevolezza della propria forza, non solo sulla singola partita ma in vista dell’intero campionato. Lo si vede dal modo in cui vince. Dobbiamo però subito correggere quanto detto poco sopra. Non è vero che l’Atalanta gioca il solito meraviglioso calcio, perché qualcosa ha aggiunto anche sotto l’aspetto tattico. È una squadra che a) sta riproponendo a distanza di mezzo secolo il Total Voetbal dei terribili olandesi; basti guardare i tre gol contro il Napoli, dove Toloi partecipa sistematicamente all’azione offensiva – senza considerare la rete del 2-2, nata da un filtrante proprio di Toloi per l’inserimento senza palla, con destro imprendibile sotto la traversa, di Demiral. È una squadra, l’Atalanta, che oltre a giocare un calcio rivoluzionario per quello che siamo abituati a vedere dalle nostre parti, b) ha imparato ad avere pazienza. L’arma delle grandi squadre, meglio di quelle vincenti.

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