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The Athletic analizza lo sputo nel calcio, tra teorie fisiologiche e pareri di ex calciatori

11 Ott 2025 - 12:08
 © nytimes.com

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Ma é vero che tra i calciatori l'abitudine di sputare in giro per il campo sia più diffusa rispetto a qualunque altro sportivo? Se lo é chiesto 'The Athletic', ammettendo di aver trovato pochi professionisti disposti ad affrontare il tema, frenati da un misto di vergogna e improvvisa consapevolezza. La costola sportiva del New York Times ha esaminato la fenomenologia del riflesso condizionato, non il gesto offensivo, del quale si sono resi protagonisti anche campioni conclamati: da Mihajlovic e Rijkaard, a Douglas Costa e Zago, da Francesco Totti a Lavezzi.

Jordan Graham, ala del Leyton Orient ed ex di Wolverhampton e Birmingham City, propone alcune teorie. "Prima di tutto le persone sono il prodotto del loro ambiente - sostiene -. Vedi il calcio come una famiglia e le persone che idolatri lo fanno da sempre, poi all'improvviso giochi a calcio e lo fai. Dai e dai, diventa quasi una seconda natura". Questa spiegazione potrebbe aiutare a capire perché i calciatori sputano, mentre gli atleti di altri sport fisicamente impegnativi, come il tennis e l'atletica leggera, lo fanno raramente.

Secondo David Prutton, ex centrocampista, oltre 450 partite con club come Nottingham Forest, Southampton e Leeds e oggi commentatore, "é come dire: 'Ho una pausa durante il gioco, lasciami sistemare un po' la mia roba: i calzini, i pantaloncini, la maglietta... la bocca'. Un gesto che per strada o sarebbe riprovevole, in campo diventa normale". Del resto "ci sono molte cose nel calcio che in qualsiasi altro ambito della vita sarebbero del tutto inaccettabili: se durante la partita ti metti a urlare in faccia a qualcuno e lo mandi a quel paese, al massimo puoi prendere un giallo. In qualsiasi altra professione verresti licenziato".

Ma oltre alle spiegazioni di tipo sociologico, ce ne sono di fisiologiche. Una ricerca del 2016 degli scienziati olandesi Antoon Ligtenberg, Erwin Liem, Henk Brand ed Enno Veerman ha concluso che l'esercizio fisico può portare a un temporaneo aumento dello spessore della saliva, probabilmente causato da un aumento della produzione di MUC5B, una mucina gelificante (un tipo di proteina) presente al suo interno. Guy Carpenter, professore di biologia orale al King's College di Londra, ha spiegato a 'The Athletic': "Durante l'attività fisica c’è un aumento della quantità di proteine provenienti dalle ghiandole salivari. Alcune di queste proteine, chiamate mucine, sono ciò che conferisce alla saliva quella proprietà viscosa. Sono le glicoproteine che aiutano a prevenire la secchezza della mucosa". La respirazione affannosa "aumenta la secchezza. È possibile che lo spessore della saliva cambi, rendendo difficile deglutire e aumentando il bisogno di inumidire la bocca".

Graham rovescia il concetto: non è saliva in eccesso, ma bocca secca. "A volte succede perché hai preso molta caffeina o integratori, o perché sei nervoso. Allora inizi a sputare, e pian piano la saliva ritorna". Prutton ricorda come suo padre e il suo allenatore delle giovanili gli avessero vietato di farlo. Oggi, da genitore, lo ribadisce ai figli. Eppure, in campo, se ne dimentica. Graham ammette: "Non ci faccio più caso. Ma capisco benissimo che un tifoso davanti alla tv possa chiedersi: perché?".