Mediaset e il mondo del giornalismo piangono Cesare Cadeo. Il ricordo del Direttore

Era lʼemblema della tv educata, elegante e amichevole degli anni 80

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Mediaset e il mondo del giornalismo piangono Cesare Cadeo. Il ricordo del Direttore - foto 1
© Da video

Il mondo della tv, il mondo di Mediaset piange Cesare Cadeo, indimenticabile volto di tanti programmi delle nostre reti, scomparso a 72 anni. Cadeo ha legato la sua immagine a tanti appuntamenti dello sport delle reti Fininvest e Mediaset per decenni. Con “Record”, “Super Record” e “Calciomania” ha vinto tre Telegatti. Il nostro Direttore Alberto Brandi lo ricorda così.

 

Ciao Cesare, per noi che un giorno ci siamo ritrovati davanti una telecamera con la lucina rossa accesa sei stato un esempio. Ci hai insegnato come si entra nelle case di chi ti guarda: in punta di piedi, senza urlare, senza disturbare. Con il sorriso, con le braccia aperte. Idealmente sedendosi sul divano al fianco telespettatore. Mettendogli una mano sulla spalla.
Ciao Cesare, quando lavorasti con noi allo sport di Fininvest, ti ammiravamo. Eravamo ragazzi, agli inizi della nostra avventura: avevamo bisogno di chi ci prendesse per mano e tu, spesso, l’hai fatto. Con la tua bravura, con la tua umanità. Noi cominciavamo e tu avevi già consumato ore e ore di trasmissioni sportive, da "Goal" (con Enzo Bearzot) e "Record" in poi.
Ti abbiamo affiancato in "Calciomania", che conducevi splendidamente con Mosca e Paola Perego, sei stato una delle punte di diamante dei nostri indimenticabili Giri d’Italia. La giornata si apriva con il tuo “L’Italia dei Giro” e la tappa- per noi- era già in discesa. A metà degli anni ’90 eri il timoniere dei nostri appuntamenti notturni di Italia 1 Sport. Ed eri così delizioso quando lanciavi i “tuoi” conduttori del notiziario: per te Lucia Blini era “l’angelo del focolare”, Nicola Calathopoulos “il professore di Salsomaggiore”, Guido "incredibile" Meda, io “Lord Brummel” e via così. Volevi mandarci un segnale: sono uno di voi. Non c’è distanza tra me, navigato professionista, e voi, colleghi agli inizi. Perché tu eri diverso anche in questo. Con la tua educazione e la tua umiltà sconfessavi il mito della tv che genera mostri. Tu eri solo un mostro di bravura e ti disimpegnavi alla grande in qualsiasi situazione: pure da inviato alla finta edicola di Mai Dire Gol.
Ciao Cesare, non dovevi lasciarci così presto. Ma mi piace pensarti lassù insieme a Maurizio Mosca, Raimondo Vianello, Alberto D’Aguanno, a tutti i fuoriclasse che sono stati con noi in questa bella avventura che è la vita. Soprattutto perché sulla strada si incontrano persone come te”.

 

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