INCHIESTA LE IENE

"Perché L'Aia invita gli arbitri a farsi avanti e poi non autorizza le interviste?"

Interviene il ministro Abodi: "Se questo è un comportamento incoerente? In linea di principio sì, in questi momento bisogna anche lasciar parlare purché ci siano delle prove"

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© ufficio-stampa

Nel servizio in onda stasera, martedì 20 febbraio, in prima serata, su Italia 1, Filippo Roma continua la sua inchiesta sul sistema arbitrale italiano. Nei precedenti servizi sia il presidente dell’Aia Carlo Pacifici che quello della FICG Gabriele Gravina - per rispondere alla denuncia di diverse anomalie nel sistema arbitrale italiano fatte ai microfoni della trasmissione da un arbitro anonimo di serie A - avevano invitato i direttori di gara a parlare senza paura e a volto scoperto. Filippo Roma prova quindi a farsi raccontare da Niccolò Baroni, arbitro di serie A, e da Daniele Minelli, altro fischietto impegnato quest’anno nella massima serie, la loro esperienza avuta con il mondo arbitrale italiano. Tre stagioni fa i due decisero di fare ricorso alla giustizia sportiva dopo la loro dismissione per dei voti che loro sostenevano fossero “taroccati”. Tra le prove, a loro dire, ci sarebbero le chat e le telefonate scambiate tra chi giudicava le loro prestazioni (i c.d. Organi Tecnici, cioè ex arbitri di serie A che durante il campionato vanno allo stadio a esaminare l’operato dei colleghi in campo e che, dopo ogni partita, li valutano con un voto cha va da 8,20, cioè insufficiente, fino a 8,70, che sta per eccellente, ndr.). Nella chat il responsabile prima comunicherebbe di voler mettere un voto pari a 8,60 a tutti, ma poi, dopo aver visto la graduatoria, cambierebbe idea favorendo, con un voto maggiore, ovvero 8,70, il collega di Baroni e Minelli, Abbatista. Nello scambio un collaboratore spiegherebbe anche come fare: “Devi togliere un 8,60 e mettere un 8,70…così gli hai messo un voto in più”. Baroni e Minelli fecero ricorso ma persero in tutte le sedi, poi, dopo aver ricorso anche alla giustizia ordinaria, vennero reintegrati.

Cogliendo al balzo le dichiarazioni pubbliche del presidente della FIGC Gabriele Gravina e di quello dell’AIA Carlo Pacifici, Filippo Roma chiede un'intervista agli arbitri in via ufficiale ma la loro risposta è questa.

Filippo Roma: Come mai ha risposto di no alla nostra richiesta di intervista?
Niccolò Baroni: Ma guardi, ho solo chiesto autorizzazione, non mi è stata data.
Filippo Roma: Come mai non le è stata data?
Niccolò Baroni: Non c'è motivazione. Sono associato e devo rispondere all'associazione.
Filippo Roma: Ma come, Pacifici ha detto chi ha elementi concreti si faccia avanti, lei segue i canali ufficiali e non può parlare?
Niccolò Baroni: Ma non posso dire niente, è tutto già chiaro. 
Filippo Roma: Arbitro Minelli buonasera, ce la rilascia o no questa intervista?
Daniele Minelli: Non posso.
Filippo Roma: Perché non può?
Daniele Minelli: Perché non mi hanno autorizzato.
Filippo Roma: Ma chi non l’ha autorizzata?
Daniele Minelli: L’associazione.

Ma perché l’associazione invita gli arbitri a farsi avanti e poi non concede colloqui a favore di telecamera? La Iena ne parla con il Ministro per lo Sport Andrea Abodi, portando al Ministero anche i due arbitri che, attraverso i microfoni della trasmissione, avevano raccontato la loro esperienza personale: Robert Avalos e Andrea Nasti. Il primo aveva pubblicamente contestato quanto accaduto con il designatore Gianluca Rocchi, il secondo aveva invece denunciato alcuni episodi controversi che a suo dire gli avrebbero impedito di arrivare in serie A.

Questo il dialogo tra il Ministro Abodi e Filippo Roma:

Filippo Roma: Ministro Buonasera! Guardi un po’ chi gli ho portato.
Andrea Abodi: È sempre un piacere ricevere delle persone che si presentano con il volto.
Filippo Roma: A proposito, ma perché Pacifici nega l'autorizzazione a parlare a chi usa i canali ufficiali e porta le prove?
Andrea Abodi: Non lo so, chiederò.
Filippo Roma: Non è un comportamento incoerente?
Andrea Abodi: In linea di principio sì. In questi momenti bisogna anche lasciar parlare, purché ci siano delle prove. Io credo che ne vada anche della credibilità dell'Associazione stessa, la cosa migliore da parte mia è parlare con il presidente dell'Aia e avere una risposta che sia convincente.  
Filippo Roma: Baroni, Minelli, no? Perdono ogni grado di giustizia sportiva. Nel momento in cui si rivolgono invece alla Procura di Roma, da che erano stati dismessi vengono magicamente reintegrati. Ma come è spiegabile una cosa del genere?
Andrea Abodi: Non lo so. Beh, insomma, oggettivamente gli atteggiamenti ondivaghi…o uno va fino in fondo, oppure, per carità, magari c'è stata una distrazione. Però reputazione e credibilità sono i due fattori decisivi. Io lavoro soltanto per questo.
Filippo Roma: Lei cosa può fare di concreto per abbattere questo muro di gomma e far prevalere nel mondo arbitrale la meritocrazia una volta per tutte?
Andrea Abodi: Io vorrei, intanto, che il prossimo passo lo facesse la persona che non si è mostrata, per prendersi una responsabilità e denunciare.
Filippo Roma: Però ha visto che succede se poi quell’arbitro ci mette la faccia.
Andrea Abodi: Sono qua apposta. Quindi l'invito è a mostrarsi.  

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