IL COMMENTO

Caos Serie A: via agli allenamenti, stop al campionato?

Problematico tornare ad allenarsi, figuriamoci a giocare: le condizioni capestro che penalizzano il calcio

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La Serie A bloccata dal coronavirus è ferma a 746 gol. Di questi ben 27 sono a firma di Ciro Immobile, 21 di Ronaldo e 17 di Lukaku. Con l’aria che tira difficile che i nostri bomber possano incrementare il loro bottino. La riprova nell’ormai quotidiana dichiarazione pubblica del Ministro Spadafora (oggi al Parlamento) dove non si intravedono novità. Anzi. Dai telegiornali, ai talk show, dalle interviste alle informative il Ministro offre la solita “minestra riscaldata”: prudenza, prudenza, prudenza.

Una linea condivisa da tutto il Governo su tutto. E gli italiani sposerebbero senza dubbio questa linea se non ci fosse già stata una Fase 1 e una Fase 2. Ma qui è tutto un procedere “con prudenza a tutela della salute di tutti”. Un atteggiamento che dura da mesi e che ormai ha generato la Fase Caos Permanente. Non ci sono mascherine, mancano i tamponi, test sierologici e app per i contagiati. Le sanificazioni sono un enigma. Le riaperture di bar e ristoranti un mistero ecc. Anche per lo sport vale lo stesso spartito.

Spadafora, nel doppio discorso alle Camere, ha fatto solo una data: quella del 25 maggio ma per la riapertura dei centri sportivi e le palestre. Sempre che si rispetti un protocollo ancora da verificare. Vedremo.

Per quanto riguarda il calcio tutto già sentito: “rappresenta un'industria importante che dà al Fisco oltre un miliardo ecc…”. Anche le tre condizioni per la ripresa degli allenamenti: “il Comitato Tecnico Scientifico chiede che nel caso di un positivo in squadra, tutta venga messa in quarantena senza contatti esterni. L’altra di affidare responsabilità notevole ai medici delle singole squadre e ancora che venga fatta attenzione al numero dei tamponi, e che questo non vada ad impattare sulle esigenze generali dei cittadini”.

Richieste che, se applicate a qualsivoglia attività economica, scoraggerebbero qualunque imprenditore. Se un dipendente risultasse positivo bisognerebbe fermare l’intera attività aziendale oltre al fatto che nessuna impresa privata (come le società di calcio) ha la possibilità di acquisire tamponi sul mercato.

Si tratta di condizioni capestro per le quali già si annuncia problematico tornare ad allenarsi. Figuriamoci organizzare 124 partite di campionato per concludere la stagione 2019/2020.

Si rischia di arrivare al paradosso che le squadre torneranno ad allenarsi in gruppo da lunedì 18 ma pochi giorni dopo il campionato potrebbe essere definitivamente sospeso. Entro il 25 maggio la Figc deve comunicare alla Uefa il calendario della ripresa del campionato o la chiusura della stagione con relativa classifica.

Una domanda sorge spontanea: ma all’estero sono meno prudenti o più organizzati? Perché in ben quaranta Paesi europei si tornerà a giocare nelle prossime settimane. Quasi tutte le Federazioni hanno già definito le date delle ripartenze. A proposito: sabato ricomincia la Bundesliga. Qualcuno avvisi il Ministro.

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