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Le sdottorate: Nicola 'Mister Salvezza', Adl e le scelte del gambero

Brutta botta per Di Francesco, sorrisi per Cannavaro. Torino umiliato ma può andare in Europa

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Le sdottorate: Nicola 'Mister Salvezza', Adl e le scelte del gambero - foto 1
© Getty Images

Gli ultimi emozionanti 90 minuti sull’asse Empoli-Frosinone condannano i ciociari alla retrocessione. Un epilogo incredibile se si considera la partenza sprint che dopo 13 giornate vedeva il Frosinone addirittura nono con 18 punti e 8 di vantaggio sulla zona retrocessione. Una brutta botta per Eusebio Di Francesco (che peraltro a Empoli è cresciuto calcisticamente negli anni Ottanta), alla sua prima retrocessione in carriera che fa seguito a quattro esoneri di fila (Roma, Sampdoria, Cagliari e Verona). Prima esperienza in A che si chiude invece con il sorriso per Fabio Cannavaro dopo il brivido del rocambolesco pareggio interno con l’Empoli di due domeniche fa e la “zampata” vincente allo Stirpe.

MIRACOLIDavide Nicola è sempre più l’uomo dei miracoli, un vero e proprio Mister Salvezza: Niang a una manciata di minuti dalla fine gli regala vittoria e permanenza in A. Da subentrato il “numero” gli era riuscito nel giro di pochi anni con Genoa, Torino e Salernitana. Anche se l’impresa con la I maiuscola rimane forse la salvezza ottenuta nel campionato 2016-17 con il Crotone (guidato da inizio stagione) e festeggiata con il “voto” di andare in bici dalla Calabria alla sua casa di Vigone, nel Torinese: 1.300 km in nove giorni. Per grazia ricevuta.

SCELTE – Il decimo posto del Napoli rappresenta il secondo peggior piazzamento in A della gestione De Laurentiis. Peggio solo il 12esimo posto nel campionato 2008-09 con 46 punti conquistati. In realtà i 53 punti di quest’ultimo torneo sono il terzo peggior bottino azzurro: nel 2007-08 infatti il Napoli arrivò davanti (ottavo) ma con solo 50 punti. Mal gliene incolse ad Adl a cambiare continuamente allenatore: il tanto vituperato Rudi Garcia ha infatti fatto meglio dei suoi successori. Il tecnico francese aveva raccolto 21 punti in 12 partite (media 1,75); dopo di lui Mazzarri era sceso a 1,25 (15 punti in 12 giornate) e Calzona è riuscito addirittura a far peggio (1,21 a fronte di 17 punti in 14 gare). Ergo: se il presidente avesse confermato Garcia a conti fatti sarebbe di sicuro andato in Europa League. Invece il suo Napoli si ritrova fuori da tutto. E le decisioni presidenziali si sono rivelate scelte... del gambero

SPERANZE – Se mercoledì la Fiorentina porterà in Italia la Conference League si apriranno le porte dell’Europa anche per un Torino umiliato nel pomeriggio di ieri dall’Atalanta vittoriosa 3-0. Il Toro di Juric è infatti nono, a pari punti del Napoli ma davanti agli azzurri per i risultati nei confronti diretti. Non certo un campionato da incorniciare quello dei granata che hanno confermato la mediocrità della gestione tecnica targata Juric. Fatta di tre stagioni, due decimi e un nono posto senza lo straccio di un acuto. E, anzi, con numeri addirittura inferiori a quelli della scorsa stagione. I punti sono gli stessi (53), ma l’anno scorso la differenza reti era di +1 (42 gol fatti e 41 subiti) mentre quest’anno è in perfetta parità (36/36). Solo in altre due occasioni della quasi ventennale “era Cairo” il Torino si era qualificato per l’Europa e sempre grazie a disavventure finanziarie di altre squadre (il Parma nel 2014 e il Milan nel 2019).

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