La vittoria su Israele ha consegnato i playoff agli azzurri, che ora dovranno lavorare pensando alle cruciali sfide di marzo
di Daniele Pezzini© IPA
Non senza sofferenza l'Italia di Gattuso si è guadagnata un posto agli spareggi, tenendo viva la speranza di tornare ai Mondiali 12 anni dopo l'ultima partecipazione. Ambire a qualcosa di più è pura utopia, perché il sorpasso alla Norvegia, che ha un distacco incolmabile sugli azzurri nella differenza reti, passerebbe da un improbabile passo falso di Haaland e compagni in casa contro l'Estonia alla penultima giornata, oltre naturalmente a un successo azzurro nello scontro diretto all'ultima.
Fare calcoli sulle possibili avversarie playoff (da Svezia a San Marino passando per Romania e Galles) è esercizio altrettanto astratto finché le classifiche di tutti i gironi non saranno ben definite. Ecco dunque che gli appuntamenti della prossima sosta, in programma a metà novembre, sono destinati a trasformarsi in due veri e propri test match senza eccessive pressioni. Occasioni molto importanti per cementare ulteriormente il gruppo e preparare al meglio l'appuntamento cruciale di marzo.
L'avventura di Gattuso è partita col piede giusto, 4 successi nelle prime 4 uscite da ct come solo altri quattro prima di lui erano riusciti a fare (la coppia Schiavio-Piola nel 1953, Edmondo Fabbri nel 1962, Azeglio Vicini nel 1986 e Antonio Conte nel 2014). Ora Rino ha anche la possibilità di fare la storia, una storia che fino a una dozzina di anni fa davamo per scontata, ma che ora va riscritta per tutte quelle generazioni che non hanno mai visto l'Italia giocare per la Coppa del Mondo.
Le certezze su cui lavorare ci sono: Donnarumma, che dopo l'innocua papera contro l'Estonia ha messo in mostra il meglio del repertorio nel match di Udine, e Retegui, cinque gol nelle ultime quattro partite. Solo per citarne un paio. Non dimentichiamo però anche i vari Bastoni, Di Lorenzo, Dimarco, Locatelli (apparso particolarmente a suo agio nel ruolo di regista del 3-5-2), Barella e Tonali (pur essendo stato tra i meno brillanti contro Israele). C'è poi un Esposito che sta prendendo confidenza con i grandi e un Kean da recuperare appieno, anche lui garanzia di gol e qualità. Insomma delle basi solide, molto solide da cui partire per ritrovarsi in primavera con una nazionale che non si sciolga come neve al sole davanti alle pressioni come fece quella di Ventura nel 2017 e di Mancini nel 2022.