Indagine Direzione Distrettuale Antimafia su un'associazione vicina a una cosca 'ndrangheta
Il capo ultrà milanista Luca Lucci (nel video alla testa di un gruppo di ultras che nel 2008 invase lo studio di Controcampo), già arrestato nell'inchiesta milanese sulle curve di San Siro, ha ricevuto un'altra ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'ambito di un'altra indagine della Dda (Direzione distrettuale antimafia) su un'associazione, vicina alla cosca della 'ndrangheta dei Barbaro, che avrebbe "importato e distribuito", tra la Lombardia e la Calabria, "oltre 2 tonnellate di stupefacenti". Dalla nuova ordinanza, risulta che a Lucci vengono contestati undici episodi di presunto spaccio.
In una delle imputazioni si legge che Lucci avrebbe venduto un carico di hashish "all'acquirente Costantino Grifa", tra gli arrestati, amico di Luca Calajò e con cui il capo ultrà avrebbe avuto frequenti contatti. Vendita che sarebbe avvenuta in un appartamento a Trezzano sul Naviglio, nel Milanese. Grifa, si legge negli atti, "in occasione dei rifornimenti di hashish, in particolare quelli provenienti da Luca Lucci, aveva sempre assecondato le richieste dell'amico Calajò, praticando prezzi di favore". Sempre agli atti anche le conversazioni di Davide Volpe, 35 anni, chiamato "fox-mazda" nei messaggi criptati e che avrebbe usato auto dotate di "doppiofondo" per trasportare la droga. Volpe era già stato arrestato e condannato in un'inchiesta milanese col ruolo di presunto "corriere" di Davide Flachi, il figlio dello storico boss della 'ndrangheta del quartiere milanese della Comasina, Pepè Flachi.
Lucci, capo storico della curva Sud rossonera, è finito in carcere nel maxi blitz di Polizia e Gdf dello scorso 30 settembre, coordinato dai pm della Dda Storari e Ombra, con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata a una serie di reati, assieme ad altri ultras milanisti suoi presunti sodali. Blitz che aveva riguardato anche i vertici e altri ultrà della curva interista e che vedeva al centro i business illeciti del tifo organizzato delle due curve e una seria di aggressioni ed estorsioni.
Lucci è pure indagato per il tentato omicidio del 2019 di un ultrà rossonero, Enzo Anghinelli, per il quale di recente è finito in carcere il suo presunto vice, Daniele Cataldo. Stamani i militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Gdf di Pavia e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, nella nuova inchiesta della Dda, hanno eseguito nelle province di Pavia, Milano, Reggio Calabria, Lecco e Piacenza un'ordinanza di custodia cautelare a carico di 20 persone, di cui 15 in carcere (tra cui Lucci) e 5 ai domiciliari, accusati "di appartenere a un'associazione dedita al traffico di stupefacenti, articolata in cellule", i cui "appartenenti, pur con compiti differenti, avevano l'obiettivo di procurare ingenti quantitativi di stupefacenti da rivedere all'interno della città di Milano", soprattutto cocaina.
Le indagini, secondo gli investigatori, hanno rivelato come "il terminale delle varie organizzazioni è in colui che ha sostituito i Flachi della Comasina godendo della consolidata vicinanza con i Barbaro di Platì, attivi nella zona di Cologno Monzese, e i gruppi criminali albanesi e sudamericani che, da basi strategiche in Sudamerica controllano le spedizioni della cocaina verso le più importanti piazze intercontinentali".
GLI ALTRI ARRESTATI
Tra gli arrestati finiti in carcere figura Luca Calajò, nipote del presunto ras della droga del quartiere milanese Barona, Nazzareno Calajò, già condannato ad oltre 17 anni a Milano per traffico di droga. In un recente processo a Milano Luca Calajò è stato condannato a 16 anni e 2 mesi. Ordinanza di custodia in carcere anche per Rosario Calabria e Antonio Rosario Trimboli, due nomi già emersi per la vicinanza a Lucci anche nell'inchiesta sulle curve.