L'appuntamento con la consueta rubrica del nostro Matteo Dotto
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Il campionato prende fiato e l’appuntamento con la 12esima giornata è di quelli da non perdere: cerchiata in rosso la sera di domenica 23 novembre con il derby milanese. Incertezza in zona scudetto dove il Milan rallenta e il Napoli inchioda. Dalla coppia Inter-Roma a quota 24 al Bologna ci sono cinque squadre in tre punti con una Juventus sesta a -5 dal primo posto. Curioso come Inter e Roma si dividano la palma di attacco più prolifico (26 le reti nerazzurre) e di difesa più blindata (5 i gol al passivo per i giallorossi).
CAPOCCIA – La Roma in testa – sia pure in coabitazione - dopo 11 giornate a quota 24 punti non è una novità: negli ultimi anni spesso i giallorossi avevano prodotto partenze interessanti. Prima di questa con Gasperini in panchina, i 24 punti all’11esima li aveva per esempio conquistati Di Francesco nel 2017-18 (in realtà 25 considerando il recupero di gennaio Samp-Roma 1-1) quando però davanti ai giallorossi c’erano Napoli, Inter, Juventus e Lazio. Erano 25 i punti nel 2014-15, a -3 dalla Juve capolista. E l’anno precedente, il primo di Rudi Garcia a Trigoria, la Roma era sola in testa alla classifica con ben 31 punti conquistati sui 33 disponibili e tre di vantaggio sulla coppia Juve-Napoli. Poi però per un motivo o per un altro la Lupa non ha mai retto fino in fondo e così l’ultimo scudetto all'ombra del Colosseo rimane quello del 2001 con Capello in panchina, Samuel muro difensivo e la premiata ditta del gol Batistuta & Totti. All’epoca il 43enne Gianpiero Gasperini allenava la Juventus primavera: neanche uno squadrone quello della stagione 2000-01 le cui stelle erano Mirante tra i pali e Gasbarroni in avanti.
TRIS – Dallinga e Lucumi e il tris è servito. Tris di sconfitte per Antonio Conte, un inedito per lui dopo 11 giornate di campionato da quando guida una big (Juventus, Inter e Napoli nell’ordine). La battuta d’arresto di Bologna si aggiunge a quelle del San Siro milanista (2-1 alla 5^) e dell’Olimpico Grande Torino (1-0 alla 7^). Lo scorso anno di questi tempi il Napoli che avrebbe trionfalmente conquistato il quarto scudetto della sua storia aveva rimediato due ko: uno nella giornata inaugurale a Verona (3-0) e uno proprio all’11esima giornata in casa contro l’Atalanta (0-3). Poi, a ritroso, per Conte solo un passo falso nei primi 11 turni nei suoi due anni interisti e negli ultimi due juventini. Addirittura nel 2011-12 nessuna sconfitta, in quel campionato chiuso con lo scudetto (atteso nove anni dalla Vecchia Signora) e un bello 0 alla casella partite perse. “Sono preoccupato, quest’anno c’è un’energia diversa”, piagnucola l’allenatore salentino. E in effetti si scopre una certa preoccupante inefficacia offensiva: quella del Dall’Ara è stata la quinta partita senza gol sulle 15 stagionali. E ben quattro delle ultime sette sfide il Napoli le ha chiuse senza segnare.
MILLENNIAL – Il traguardo quota 1.000 punti di Luciano Spalletti in Serie A non è stato ovviamente festeggiato più di tanto dal tecnico di Certaldo. Perché il pareggio contro il Torino ha significato per la sua Juventus una brusca frenata nella corsa alla Champions che verrà. Archiviato comunque il dato, vogliamo qui ricordare quando è arrivato il primo punto (in realtà 3, frutto di una vittoria) di mister Spalletti in campionato: 21 settembre 1997 alla guida dell’Empoli, 1-0 alla Lazio, terza giornata dopo le sconfitte rimediate nei primi due turni contro Roma (1-3 al Castellani) e Napoli (2-1 al San Paolo), curiosamente due delle sue future squadre, tra le più importanti della carriera. Gol vincente firmato peraltro da quel Giovanni Martusciello che oggi è il suo vice alla Juve. Quella Lazio di Eriksson (con in campo tra gli altri Nesta, Almeyda, Nedved, Jugovic, Casiraghi, Boksic e Mancini) preparava il suo triennio dorato che l’avrebbe portata a vincere Scudetto, Coppa delle Coppe, Supercoppa europea, Supercoppa italiana e due Coppe Italia.
RECORD – Nello 0-0 del derby torinese di sabato è stato battuto un piccolo record: un solo ammonito, il torinista Asllani dopo 64 minuti per un fallo su Yildiz. Mai successo nella storia dei derby della Mole. Indice che... non ci sono più i derby di una volta. Per carità, non vogliamo recitare la parte dei nostalgici a tutti i costi o fare l’apologia del calcio violento. Ma il ricordo non può non andare a gente di grande spessore agonistico come Ferrini, Cereser, Morini, Benetti fino ad arrivare ai Montero e ai Glik di tempi più recenti. Giocatori che interpretavano la stracittadina con ardore a volte eccessivo, ma sempre gradito dalle due tifoserie. L’altra faccia della medaglia del derby “buonista” di sabato scorso è Juventus-Torino 2-0 dell’aprile 2003: 4 espulsi (Lucarelli, Marinelli e Mezzano per il Toro; Tudor per la Juve) e 4 ammoniti (i granata De Ascentis e Fattori e i bianconeri Zambrotta e Pessotto).
FANTOZZI – Ci ha messo 679 minuti Lorenzo Colombo per trovare il suo primo gol in rossoblù. Quella vissuta contro la Fiorentina è stata una gara dalle emozioni forti per l’ex attaccante del Milan. Che a un certo punto sembrava una replica del ragionier Fantozzi (interpretato dal genovesissimo, ma sampdoriano, Paolo Villaggio): per mezz’ora la sua partita è stata simile a un incubo. Al minuto 20 un suo fallo di mano ha portato al rigore del pareggio viola (con trasformazione dell’ex Gudmunsson), al 5° della ripresa Lorenzo si è presentato sul dischetto per calciare un pessimo penalty facilmente parato da De Gea. E dire che proprio su rigore nel maggio 2023 Colombo aveva regalato al Lecce la salvezza con una vittoria in pieno recupero a Monza. Poi, al 60esimo, il rocambolesco gol del 2-2. Tutto (rigore procurato, rigore sbagliato, gol) sotto la mitica Gradinata Nord covo storico del tifo genoano. Con i supporter rossoblù che – al di là di qualche comprensibile mugugno – lo hanno sempre sostenuto applaudendolo anche al momento della sostituzione, sette minuti dopo il suo urlo liberatorio.
CATENACCIO – Un passo indietro di qualche giorno per riandare alle deliranti dichiarazioni di Antonio Conte post 0-0 contro l’Eintracht Francoforte. Lamentandosi della gara eccessivamente difensiva dei tedeschi, Conte ha confermato una volta di più di non essere allenatore all’altezza delle grandi competizioni internazionali. Detto per inciso, in Bundesliga dopo le prime 9 giornate solo una squadra aveva incassato più gol (21, l’Augsburg) dell’Eintracht (19). Eintracht che solo in una partita sulle 12 precedenti tra campionato e Champions era riuscito a mantenere imbattuta la sua porta (nel 2-0 rifilato al St. Pauli quart’ultimo in classifica) incassando la bellezza di 32 reti (nello specifico: 21 in 9 gare di Bundesliga e 11 in 3 di Champions). E il problema dell’allenatore del Napoli sarebbe la tattica rinunciataria di Toppmoeller?