Accadde oggi, Inter-Milan: nel 2005 l'euroderby di Champions dei petardi

In palio la semifinale di Champions League, ma quella sfida di San Siro passa alla storia per lo spavento di Dida e una figuraccia internazionale

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Nel 2005 va in scena una sfida Inter-Milan in Champions League, come quella che due anni prima in semifinale era valsa il passaggio del turno ai rossoneri (poi vincitori della coppa a Manchester). Stavolta il derby ha luogo nei quarti, ma quel 12 aprile passa alla storia per altri motivi. I peggiori possibili: dagli spalti piove di tutto in campo, incluso un petardo che colpisce il portiere Dida. E Milano entra nella storia, ma per una figuraccia internazionale.

L'immagine che passa alla storia, e si stampa in maniera indelebile nell'immaginario di tutti, è quella di Marco Materazzi e Rui Costa. Sono due calciatori delle due milanesi, di più: sono due simboli di ciò che Inter e Milan rappresentano in quegli anni. Ma nella foto simbolo di quel 12 aprile da attori in campo diventano spettatori. Sono fermi, di spalle, appoggiati uno sopra l'altro. Non sappiamo che espressione abbia assunto il loro volto in quel momento, ma siamo certi che abbiano la piena consapevolezza di quanto grave sia il momento che stanno vivendo. E che quel momento li consegnerà alla storia.

Marco e Manuel sono l'immagine più forte di un derby di Champions League che ha posto Milano al centro dell'Europa, e forse del mondo, ma che ora si sta ribaltando: perché i calciatori diventano spettatori, indipendentemente dalla loro volontà, e sono costretti ad assistere a uno spettacolo in cui i primi attori sono sugli spalti. Ma hanno deciso di prendersi la scena, strappandola ai loro eroi del pallone che ora sono costretti a fermarsi a guardare.

Siamo nel corso della stagione 2004-'05, una stagione che negli almanacchi diventerà un rigo vuoto, o un asterisco, per quanto riguarda lo scudetto. Milan e Inter però non lo sanno: stanno inseguendo senza troppa convinzione una Juventus che in campionato è avviata a vincere senza troppe fatiche il suo terzo scudetto in quattro anni, quindi è l'Europa a offrire alle due rivali cittadine una grande occasione. Un derby in Champions League, di nuovo, come quello del 2003: all'epoca si era tenuto in semifinale, e i rossoneri erano riusciti a passare il turno grazie a due pareggi sfruttando la regola dei gol in trasferta (nonostante ovviamente tutte e due le partite si fossero tenute a San Siro). Poi avevano sollevato la coppa al cielo di Manchester.

 

Questa nuova stracittadina continentale vede quindi l'Inter in caccia di un riscatto dopo quell'eliminazione tanto incontestabile quanto sfortunata, il Milan vuole ribadire il netto predominio cittadino a livello europeo. Ma rispetto a due anni prima il gap tecnico tra le due squadre è nettamente cresciuto, e in campo lo si avverte già dall'andata (2-0 per il Diavolo, segnano Stam e Shevchenko). Il ritorno non sembra poter ribaltare le gerarchie, e l'ennesimo gol di Shevchenko alla mezz'ora sancisce l'ufficiosa eliminazione dell'Inter. Il secondo tempo si gioca per accademia, ma è proprio in questo momento che dalla cronaca sportiva si passa alla cronaca e basta.

Cambiasso trova la via del gol, l'arbitro Markus Merk annulla: non cambia niente, perché è il 26' e al Biscione resta una mezz'oretta scarsa per centrare un improbabile 4-1, quello che farebbe passare il turno. Dagli spalti inizia quindi a piovere di tutto in campo, con l'arbitro tedesco che inizialmente sospende la partita. Il peggio capita a Dida, il portiere brasiliano del Milan già eroe di quella coppa del 2003 (sia per i rigori parati alla Juventus in finale che per alcune prodezze contro la stessa Inter nel precedente doppio confronto): Dida si vede colpire a una spalla da uno dei petardi lanciati dai tifosi. Se la caverà con una leggera ferita, un'ustione e un grande spavento, con tanti che sosterranno che proprio quel momento coincida con l'inizio del suo declino tecnico e psicofisico).

In un tentativo di aggrapparsi alla normalità, il campo viene svuotato e la partita riprende (c'è Abbiati tra i pali al posto di Dida). Ma le intemperanze proseguono e Merk decide di chiuderla così. Sarà uno 0-3 a tavolino a favore del Milan. "Le partite non devono finire così. C'è grande amarezza per tutto quello che è successo, siamo dispiaciutissimi", è costretto a commentare Roberto Mancini. "In tutti questi anni di derby non avevo mai visto nulla del genere. Ma in Italia c'è un evidente problema di cultura, bisogna che di calcio si torni a parlare con tranquillità. La città di Milano, che si è sempre dimostrata corretta, viene così pesantemente penalizzata", può invece tuonare Carlo Ancelotti.

Ma l'immagine più potente di quella bruttissima serata di calcio resta quella di Materazzi e Rui Costa. Due campioni immobili e impotenti, in una posa tanto amichevole quanto grottesca, di fronte a una nube di fuoco e nebbia. In quella notte in cui i tifosi decisero che dovevano essere loro i protagonisti, a discapito del calcio.

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