Nba, playoff: Dallas perde e trema per Doncic, Toronto e Boston a un passo dal ‘cappotto’

Lo sloveno esce nel terzo periodo per un problema alla caviglia: i Clippers ne approfittano e conquistano il 2-1 nella serie. Raptors e Celtics sul 3-0

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Serata da dimenticare per Dallas: i Clippers vincono 130-122 e tornano avanti nella serie, ma preoccupa ancor di più il ko di Luka Doncic, vittima di un infortunio alla caviglia. Le condizioni dello sloveno sono da valutare. Nelle altre partite, Toronto e Boston vicine al ‘cappotto’: i Raptors battono 117-92 Brooklyn, i Celtics vincono 102-94 contro Philadelphia. Tutto facile per Utah: Denver travolta 124-87, serie sul 2-1.

DALLAS MAVERICKS-LOS ANGELES CLIPPERS 122-130 (serie 1-2)

Nell’economia di una serie tutto sommato equilibrata, una sconfitta ci può stare. Il fattore che può decidere in negativo i playoff dei Mavericks è però l’infortunio al proprio faro offensivo, Luka Doncic: l’uomo che ha riscritto una valanga di record di precocità nelle sue due stagioni in Nba è costretto a lasciare gara-3 contro i Clippers per l’aggravarsi di un problema alla caviglia (che già lo aveva infastidito nelle due partite precedenti) nel corso del terzo periodo, rientrando definitivamente negli spogliatoi dopo l’ultimo mini-intervallo. Nonostante ciò, lo sloveno riesce comunque nell’impresa di realizzare una tripla doppia da 13 punti, 10 rimbalzi e altrettanti assist, pur con un deludente 4/14 al tiro. Il suo ko è una perdita troppo pesante per Dallas, cui non bastano lo sforzo a tutto campo di Kristaps Porzingis (34 punti e 13 rimbalzi per il lettone) e i 22 punti di Tim Hardaway jr e Seth Curry (perfetto da tre punti, 4/4: una dote di famiglia). I Clippers vengono letteralmente trascinati alla vittoria da Kawhi Leonard, il cui mostruoso tabellino registra 36 punti, 9 rimbalzi, 8 assist, 2 rubate e una stoppata. ‘The Claw’ supplisce ampiamente alla serata negativa di un Paul George che spara ancora a salve (2/8 da due punti, 1/8 da tre), trovando come alleati in attacco Landry Shamet, autore di 18 punti, Ivica Zubac, 15 a referto, e Marcus Morris, che ne segna 14. Gara-4 adesso è una grande incognita: l’impressione è che Dallas potrà davvero poco se dall’infermeria non dovessero arrivare buone notizie per Doncic.

BROOKLYN NETS-TORONTO RAPTORS 92-117 (serie 0-3)

Ser gara-2, che pur aveva premiato i campioni in carica, aveva in un certo senso ridato speranza ai Nets, capaci di restare a contatto fino alla fine, la terza partita della serie è invece specchio di una differenza abissale sia a livello di individualità sia a livello di meccanismi di squadra. Toronto va via subito, in un primo quarto in cui concede solo 17 punti, prima di allungare nei restanti tre periodi dando un’impressione di netta superiorità. Dal punto di vista individuale ancora promosso Fred VanVleet, che mette a referto 22 punti con 6/10 da tre, mentre il top scorer è Pascal Siakam, che ne segna 26 con 8 rimbalzi e 5 assist. Dalla panchina ancora molto bene Serge Ibaka, che realizza una doppia-doppia da 20 punti e 13 rimbalzi e, come in gara-2, non fa pesare le difficoltà in attacco di Marc Gasol (3 punti, 1/7 al tiro). Dall’altra parte, dietro i 23 di Tyler Johnson c’è letteralmente il vuoto: nessuna squadra Nba ha mai rimontato dallo 0-3 ai playoff, difficile che questa possa essere Brooklyn.

PHILADELPHIA 76ERS-BOSTON CELTICS 94-102 (serie 0-3)

Questa volta i Sixers sembravano davvero poterla portare a casa e accorciare le distanze in una serie in cui, finora, erano stati troppo brutti per essere veri. E invece Boston dimostra una maturità impressionante negli ultimi due minuti di gioco, piazzando un parziale di 10-0 che, di fatto, decide il match e manda la serie sul 3-0. Coach Brad Stevens mette le cose in chiaro da subito dal punto di vista delle rotazioni: Brown, Tatum, Smart e Walker non si toccano, e restano tutti sul parquet almeno per 32 minuti (il primo addirittura dieci in più). Il miglior realizzatore è Kemba, con 24 punti a referto cui aggiunge 8 assist. Per Philadelphia, a limitare le rotazioni ci sono invece gli infortuni. L’assenza di Ben Simmons, inoltre, si conferma troppo penalizzante per una squadra in cui Joel Embiid segna sì 30 punti, ma tirando 7/20. Inutili le doppie doppie del camerunese, che raccoglie anche 14 rimbalzi, e di Tobias Harris, che segna 15 punti e prende 15 palloni respinti dal ferro o dalla tabella. Per la squadra allenata da Brett Brown vale il discorso fatto per Brooklyn: nessuno ha mai rimontato dal 3-0, servirà un miracolo perché succeda in questa serie.

UTAH JAZZ-DENVER NUGGETS 124-87 (serie 2-1)

Mike Conley torna sul parquet dopo aver completato il periodo di isolamento (era uscito dalla ‘bolla’ con l’autorizzazione della Nba per assistere alla nascita del figlio, saltando le prime due gare) ed è incredibile la differenza che l’ex Memphis è capace di fare in campo. Sono 27 i punti alla sirena di Conley, che segna 7 triple su 8 tentativi in una partita letteralmente dominata dai suoi, che scappano già nel primo quarto (chiuso sul +11) e non si guardano più indietro, arrivando a un massimo vantaggio di 39 lunghezze. L’andamento della partita permette a coach Quin Snyder si ampliare le rotazioni: solo Rudy Gobert, 24 punti e 14 rimbalzi a tabellino, gioca più di 30 minuti. Serata dai giri motore ridotti per Donovan Mitchell, che si permette il lusso di star sotto al 40% al tiro, chiudendo con 20 punti. Delusione totale per i Nuggets: il migliore è Jokic con appena 15 punti, e gli unici altri due giocatori sopra la doppia cifra sono Jamal Murray, che ne segna 12, e Bol Bol, 11 nei 9 minuti avuti a disposizione. C’è molto da rivedere per coach Michael Malone se Denver vorrà evitare di perdere il contatto in una serie iniziata con una vittoria e proseguita con due ko consecutivi.

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