ALPINISMO

Dopo Nanga Parbat e Broad Peak, le Guide della VdA sul K2 con il "Dream Team" Cazzanelli-Picco-Perruquet

Terzo successo in meno di un mese sugli "ottomila" del Pakistan per la spedizione italiana

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© Top1 Communication

François Cazzanelli, Pietro Picco e Jerome Perruquet: è questo il “Dream Team” made in Valle d’Aosta che giovedì 28 luglio ha raggiunto la vetta del K2, la seconda montagna del pianeta ma di gran lunga la più difficile in assoluto. I tre alpinisti della spedizione “The way for the K2… la montagna impossibile” hanno raggiunto gli 8611 metri del punto culminante del gigante pakistano del Karakorum, naturalmente senza fare uso di ossigeno artificiale.  

L'impresa delle Guide della Valle d'Aosta giunge al culmine di una stagione di scalate sulle montagne più alte della Terra dalle condizioni meteo (e quindi della montagna) generalmente molto favorevoli, che ha permesso agli alpinisti di diverse spedizioni commerciali di toccare la cima (quasi sempre facendo ricorso all’ossigeno artificiale) e che da qualche giorno a questa parte sta vedendo una vera e propria "corsa" alla vetta.  

La realizzazione del team valdostano porta la firma di un asso dell’alpinismo mondiale come François Cazzanelli (Guida Alpina della Società Guide del Cervino), di un alpinista di gran classe come Pietro Picco (Guida Alpina della Società Guide di Courmayeur) e della giovane promessa Jerome Perruquet (24 anni, Aspirante guida alpina e membro della Società Guide del Cervino).

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Negli anni sono stati svariati i tentativi da parte degli alpinisti valdostani di salire in vetta al K2. Ad oggi gli unici a farcela erano stati Abele Blanc e Marco Camandona che - il 29 luglio del 2000, esattamente ventidue anni fa - portarono a termine la missione scalando lo Sperone Abruzzi, al termine di una spedizione d’altri tempi con condizioni meteo e dell’itinerario di salita molto complicate.

© Marco Camandona

Leader della spedizione delle Guide della Valle d’Aosta, da più di vent’anni direttore tecnico della classica scialpinistica Millet Tour du Rutor Extrême, proprio Camandona ha coordinato dal campo base il “summit push” del trio Cazzanelli-Picco-Perruquet, assieme al patron di AROL Sergio Cirio, mecenate e amico degli alpinisti. A malincuore ha invece dovuto lasciare il campo base Emrik Favre, vittima di una bronchite e deciso a rientrare in Italia con i trekkers venuti dalla Valle d’Aosta e guidati da Roger Bovard.

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Prima del successo sul K2, la spedizione valdostana aveva raggiunto la vetta del Nanga Parbat e quella del Broad Peak, salite di grande prestigio ed al tempo stesso altrettante tappe di avvicinamento al K2. All’inizio del mese Camandona, Favre e gli stessi Cazzanelli, Picco e Perruquet avevano toccato la vetta del “Nanga”, nona vetta del pianeta (8126 metri) che fa parte della catena himalayana pur trovandosi molto più vicino agli altri "ottomila" del Karakorum. Una decina di giorni fa era stata poi la volta del Broad Peak (8047 metri), dodicesima montagna del pianeta e… dodicesimo ottomila di Camandona, in vetta insieme a Picco.

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Piantata a bandierina sulla vetta del Broad Peak (dirimpettaio del K2), non restava che puntare alla “Montagna degli Italiani". Gli alpinisti hanno riposato pochi giorni e - vista la finestra di bel tempo - Cazzanelli, Picco e Perruquet hanno deciso di provare tutti e tre assieme la scalata. Partiti lunedì 25 luglio dal campo base si sono dovuti fermare al Campo 2 perché aveva ripreso a nevicare. Martedì 26 luglio i tre sono si sono mossi in mattinata verso il C3, tracciando la pista nella neve fresca con l’aiuto di alcuni sherpa molto forti. Mercoledì 27 l’approdo al C4 a quota 8000, dove François, Pietro e Jerome hanno riposato qualche ora. Alle 21.15 ora locale la partenza per il tentativo di vetta con meteo perfetto: assenza di vento e cielo stellato. Picco ha raggiunto la vetta alle otto del mattino pakistane di giovedì 28 luglio, Cazzanelli e Perruquet una trentina di minuti più tardi.

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La spedizione “The way for the K2… la montagna impossibile” ha il supporto della Regione Autonoma Valle d’Aosta, UVGAM, AVMS e ad AROL e agli sponsors dei singoli alpinisti impegnati.

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