ALPINISMO

Cazzanelli e Picco aprono una nuova via sul versante Diamir della nona montagna della Terra  

I due alpinisti fanno parte di una spedizione valdostana che punta alla vetta di Nanga Parbat, Broad Peak e K2.

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C’è una nuova vita italiana sul Nanga Parbat, la nona montagna della Terra: si chiama Valle d’Aosta Express ed è stata aperta domenica 26 giugno da François Cazzanelli e Pietro Picco, avanguardia del team di alpinisti e guide alpine valdostane attualmente all’opera sull’unico dei quattordici “ottomila” del pianeta del Kashmir (Pakistan), al di fuori delle catene di Himalaya e Karakorum.

Cazzanelli vive a Cervinia e fa parte della Società Guide del Cervino mentre Picco è di Courmayeur ed è membro della Società Guide di Courmayeur, ai piedi del Monte Bianco. I due autori della nuova realizzazione sulla parete Diamir del Nanga fanno parte di un gruppo di sei completato da Marco Camandona, Roger Bovard (entrambi Guide Alpine della Società Guide della Valgrisenche), Emrik Favre (Società Guide di Ayas) e Jerome Perruquet, Aspirante Guida della Società Guide del Cervino.

Partito dall'Italia tre settimane fa (mercoledì 8 giugno), il gruppo si trova al campo base del Nanga Parbat, primo obiettivo di un programma che prevede di scalare in sequenza anche due altri giganti pakistani (al confine con la Cina): il Broad Peak - dodicesima montagna del pianeta - ed il K2, secondo solo all’Everest per altezza e (forse) per fama! Il gruppo è destinato nelle prossime settimane a dividersi in cordate da due o tre uomini al massimo, a seconda degli obiettivi personali ma senza dimenticare che tutti gli alpinisti presenti non disdegnano salite… fuori dagli schemi. Un programma “elastico” e adattabile quindi, come accade inevitabilmente per spedizioni così complesse ed ambiziose.

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Raggiunto in due giornate di viaggio su ruote ed altrettanti di trekking, il primo campo base della spedizione è stato allestito a circa 4100 metri di quota. La fase di acclimatamento è iniziata mercoledì 16 giugno, con una salita fino a quota 5800 metri dove gli alpinisti hanno passato la notte, per poi raggiungere quota 6100 (anticima del Ganalo Peak) prima di fare ritorno al campo base. Sei giorni di abbondanti nevicate hanno poi coperto il campo con oltre un metro e mezzo di neve, costringendo la squadra valdostana ad un riposo forzato. Il maltempo è cessato giovedì 23 giugno è due giorni dopo il lavoro di acclimatamento è ripreso.

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Nel frattempo, con le condizioni della montagna e quelle meteo in miglioramento, Cazzanelli ha individuato sulla parete Diamir una linea della quale non erano disponibili informazioni e che sembrava percorribile fino a 6000 metri, con ricongiungimento a quella quota con la via Kinshofer, l’itinerario classico per la vetta. Valutati il livello di rischio (in relazione ai seracchi di ghiaccio ed alle condizioni della neve) François e Pietro hanno intrapreso la salita, portata a termine in una tirata unica direttamente dal campo base (da qui il nome “Express”).

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La via si sviluppa dapprima su un seracco verticale alla sua base, per poi proseguire su pendii nevosi sempre più ripidi. Il tratto finale, tecnicamente il più difficile - è caratterizzato da diverse lunghezze di misto che portano in cresta fino allo sbocco nella via Kinshofer, per un totale di 1800 metri di salita dal campo base, ad una quota alla quale l’aria sempre più rarefatta rallenta notevolmente la progressione. Dopo il rendez-vous con i compagni... all'incrocio con la Kinshofer, il gruppo al completo è rientrato alla base lungo quest'ultima via.

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Così Cazzanelli - ormai uno degli alpinisti di punta a livello mondiale - ha commentato la nuova realizzazione (1400m+ aI 90° M6 85°):

“Uno dei momenti più emozionanti della salita è stato il ricongiungimento con i nostri compagni Camandona, Favre, Bovard e Perruquet, che erano saliti per la Kinshofer ai seimila metri di Campo Due. Abbiamo deciso di chiamare la via Valle d’Aosta Express in onore alla nostra Valle d’Aosta e all’Unione delle Guide Valdostane alla quale apparteniamo”.

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Il gruppo delle guide valdostane ha previsto di trascorrere alcune notti in alta quota per acclimatarsi ulteriormente prima del tentativo alla vetta del Nanga Parbat. La spedizione “The way for the K2… la montagna impossibile” è resa possibile (oltre che dai sostenitori dei singoli alpinisti) dalla collaborazione di Regione Autonoma Valle d’Aosta, UVGAM (Unione Valdostana Guide di Alta Montagna), AVMS (Associazione Valdostana Maestri di Sci e di Sergio Cirio, l'imprenditore-alpinista che con la sua azienda Arol sponsorizza la spedizione verso la “Montagna Impossibile” e sarà di supporto al campo base del K2, dove arriverà intorno alla metà di luglio. 

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